“Siamo due pensionati”. Circa tre ore per Laura Bovoli, poco meno di due per Tiziano Renzi. E hanno risposto così al gip Angela Fantechi che chiedeva loro quale fosse l’attività che svolgono attualmente. Tanto sono durati gli interrogatori di garanzia dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi, che si sono tenuti al nono piano del palazzo di giustizia di Firenze e non in un “luogo segreto”, come alcuni fonti avevano fatto trapelare. Federico Bagattini, l’avvocato dei due che si trovano agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e fatture false, ha anche chiesto la revoca della misura cautelare, che è “esosa” perché non c’è più pericolo di reiterazione del reato. Il primo interrogatorio, ovvero quello della Bovoli, è cominciato alle 14.40, mentre Tiziano è comparso davanti al gip alle 17.30. Entrambi hanno risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari “con la massima disponibilità”, come del resto preannunciato dal loro collegio difensivo. “La dottoressa Bovoli ha già dato le dimissioni il 20 febbraio scorso, mentre il dottor Renzi che aveva un’iscrizione come agente di commercio l’ha cancellata – ha riferito l’avvocato difensore Federico Bagattini dopo aver ricordato che Laura Bovoli si è dimessa dalle cariche in Eventi 6, la società di famiglia finita al centro dell’inchiesta della Procura di Firenze, e che Tiziano Renzi ha cancellato la sua iscrizione dagli agenti di commercio-. Alla domanda qual è la vostra professione attuale la risposta è stata: ‘pensionati'”.

L’istanza di revoca dei domiciliariBagattini ha anche riferito di avere depositato “un’istanza di revoca della misura degli arresti domiciliari assistita da 11 documenti che dimostrano quando meno la totale l’insussistenza delle esigenze cautelari“. Nel provvedimento del gip che ha disposto gli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli si motivano gli arresti domiciliari con “il pericolo di reiterazione del reato” ipotizzando il rischio che la società Eventi6 “si possa avvalere di altre cooperative. Questo rischio evidentemente si azzera nel momento stesso in cui si dismette la carica di amministratore della società Eventi6 – ha continuato l’avvocato – e nel momento stesso nel quale il maggior cliente di Eventi6 ha disdettato il contratto il 31 dicembre 2018; cioè quel contratto che veniva eseguito da parte della cooperativa Marmodiv srl “non c’è più”. L’avvocato difensore ha precisato che l’ammontare illecito intorno a 700mila euro che sarebbe stato contestato ai suoi assistiti è “frutto di un errore di calcolo”. “Non sono affatto 700mila euro ma 250mila euro le cifre contestate – ha affermato il legale – qualcuno ha sbagliato a fare le operazioni aritmiche”. Bagattini poi si è rivolto direttamente all’ex premier: “Vorrei essere un po’ più ardito rispetto al senatore Renzi: perché andare a processo quando c’è un passaggio rispetto alla possibilità di archiviazione?” ha detto il legale, commentando il parere dell’ex segretario del Pd che aveva suggerito al legale di chiedere subito il processo per dimostrare l’infondatezza delle accuse nei loro confronti.

Gli interrogatori – La madre dell’ex premier è stata la prima ad essere sentita dal gip: il suo interrogatorio è durato circa tre ore, durante le quali ha anche ricostruito parte delle attività delle società di famiglia. Poi è stata la volta di Tiziano Renzi, che ha atteso il suo turno in una stanza separata del tribunale e successivamente è stato davanti al gip per circa due ore. Oltre al gip Fantechi all’interrogatorio era presente il procuratore aggiunto Luca Turco e, dopo un paio d’ore, è entrato il procuratore capo Giuseppe Creazzo. I difensori Federico Bagattini, Marco Miccinesi e Francesco Pistolesi, hanno preparato per entrambi memorie integrative da consegnare al giudice più altra documentazione. Prima dell’inizio degli interrogatori, il collegio difensivo dei coniugi ha fatto sapere che la coppia offrirà “la massima disponibilità a chiarire ogni aspetto e ogni contestazione nella massima trasparenza”: “Hanno voluto fortemente questo interrogatorio e quindi risponderanno ad ogni domanda che verrà loro posta”. Dal 18 febbraio Tiziano Renzi e moglie sono rimasti nella casa della figlia Matilde a Rignano sull’Arno. L’unica comunicazione un post su Facebook scritto dal padre dell’ex premier per rivendicare la propria innocenza e bollare come “false” le ricostruzioni fatte dall’accusa.

“Abbiamo chiesto la revoca degli arresti domiciliari per la totale insussistenza delle esigenze cautelari” ha detto all’uscita del Palazzo di Giustizia l’avvocato Federico Bagattini, parlando con i cronisti al termine dell’interrogatorio di garanzia. Il pm Luca Turco, procuratore aggiunto titolare del fascicolo d’indagine, si è riservato di esprimere il suo parere sulla richiesta di revoca dei domiciliari avanzata dai coniugi indagati. Il pm presenterà il suo parere entro 48 ore. Dopodiché toccherà al gip Angela Fantechi decidere sulla richiesta entro cinque giorni.

L’imprenditore ligure Mariano Massone, il terzo indagato ai domiciliari, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Massone, difeso dall’avvocato Luca Gastini, ha depositato una memoria difensiva che è stata consegnata al giudice durante l’interrogatorio di garanzia. Secondo quanto si è appreso, il legale dell’imputato ha presentato ricorso al tribunale del riesame di Firenze per ottenere la revoca degli arresti domiciliari. Al gip il legale ha chiesto una modifica dei domiciliari chiedendo di togliere il divieto di comunicazione con l’esterno e di poter uscire dalla casa per andare ad assistere i genitori che abitano nelle vicinanze. Nell’ufficio del gip Massone e il suo avvocato si sono trattenuti circa mezz’ora a inizio pomeriggio prima che il giudice Fantechi avviasse gli interrogatori dei Renzi.

La giornata per i genitori di Matteo Renzi è cominciata presto. Hanno lasciato la casa della figlia Matilde, dove sono ai domiciliari da mercoledì, a Rignano sull’Arno (Firenze) intorno alle 10, per raggiungere lo studio Bagattini in città, a Porta al Prato. Qui hanno finito di preparare il confronto col gip. Un lavoro che sta andando avanti da giorni e che corrisponde alla volontà dei Renzi di dare “con la massima disponibilità ogni chiarimento necessario” riguardo alla loro conduzione delle società coinvolte dalle indagini della guardia di finanza. Intorno alle 13 hanno lasciato lo studio legale e in auto sono arrivati al palazzo di giustizia. La vettura è stata fatta posteggiare all’interno del perimetro, poi i Renzi sono stati accompagnati dentro il palazzo, al riparo da sguardi indiscreti, verso l’area dedicata ai due interrogatori separati.

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