Il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza il 20 luglio 2016, cinque giorni dopo il tentato colpo di stato attribuito al predicatore islamista Fetullah Gülen, ex alleato del capo dello Stato diventato poi il suo peggior nemico. Tra l’entrata in vigore del regime speciale e la sua revoca effettiva, il 25 luglio 2018, circa 170mila persone accusate di legami con l’organizzazione gülenista FETÖ sono state perseguite in giudizio e tra loro più di 50mila sono finite in prigione.
Circa 130mila dipendenti pubblici sono stati inoltre costretti a lasciare i loro posti di lavoro, nella maggior parte dei casi senza alcuna spiegazione. Una caccia alle streghe che ha permesso al governo di sbarazzarsi anche di numerosi sindacalisti e militanti di sinistra e pro-curdi.
di Nicolas Cheviron
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