LA DOULEUR di Emmanuel Finkiel. Con Melanie Thierry, Benoit Magimel, Benjamin Biolay. Francia/Belgio/Svizzera. Durata: 120’ Voto 3/5 (DT)

Sul finire della seconda guerra mondiale, in una Parigi occupata dai nazisti, Marguerite intraprende una disperata lotta per salvare il marito Robert arrestato dalla Gestapo. Dapprima intreccia una relazione ambivalente con il collaborazionista Rabier, poi la Francia improvvisamente viene liberata, la guerra finisce, e i deportati sopravvissuti ai campi di concentramento tornano a casa. Tra loro di Robert non c’è traccia. Tratto dal romanzo/testimonianza di Marguerite Duras, La douleur è un lavoro composto, dramma interiore e intimo che fende ieraticamente l’Olocausto, dove la sofferenza contenuta e silente di Marguerite è il centro emotivo di una regia che vuole comprimere faticosamente il dolore, farlo scorrere nei periodi paratattici dell’io narrante (ovviamente autobiografico) al femminile, e adagiarlo inquieto tra arredi straordinariamente d’epoca, tozzi di pane, sigarette senza filtro, umanità straziata dalla perdita e dal vuoto della morte. La Thierry si fa cucire addosso Marguerite come fosse un sudario, mentre un gonfio Magimel troneggia per perfidia.

INDIETRO

Film in uscita, da Glass a La Douleur: cosa ci è piaciuto e cosa decisamente no

AVANTI
Articolo Precedente

Glass, il nuovo imperdibile film di M. Night Shyamalan è un cinecomic che non ti aspetti

next
Articolo Successivo

L’uomo dal cuore di ferro, vita e morte di Reinhard Heydrich il comandante delle SS ucciso dalla Resistenza – LA CLIP

next