“In un’ottica di collaborazione tra case concorrenti (…tutto il mondo è paese…), ti chiederei se puoi rispondere alle seguenti domande: a) ci sono campagne in essere per l’anno 2004? Ci sono dei contributi a carico dei concessionari su alcune campagne? E se si è calcolato con % o flat? b) qual è il regime dei valori residui nel leasing? Sono differenziati per modello/motorizzazione? c) C’è un buy back obbligatorio a carico dei vostri concessionari?”.  Così si legge in una mail del gennaio 2004 inviata da Bmw Bank a Mercedes Fs, le società finanziarie delle due case automobilistiche tedesche, riportata dall’Agcm nel testo del provvedimento con cui l’Antitrust ha inflitto una multa da oltre 678 milioni di euro ad alcuni tra i principali costruttori di auto e le rispettive captive banks. Tra questi ci sono Fca, Bmw, Toyota, Mercedes, Volkswagen, General Motors, Renault, Ford, Santander e Banque Psa.

Un fitto carteggio durato una quindicina d’anni, dal 2003 al 2017, tra le “finanziarie” che fanno capo alle case automobilistiche – quelle che erogano i finanziamenti ai clienti che acquistano un’auto a rate o in leasing – che coinvolge anche i vertici e dimostra come le società coinvolte si siano scambiate tutta una serie di informazioni sensibili su quantità e prezzi delle vetture in vendita, creando così un vero e proprio cartello. Con tanto di modulistica preimpostata per condividere le informazioni: contatti assidui e sottobanco per concordare il tasso e le condizioni da offrire, alterando di fatto il mercato e la libera scelta del consumatore di acquistare una vettura piuttosto che un’altra, sfruttando anche una sana concorrenza sulle modalità di finanziamento. Tutto questo nell’ambito, e con l’ausilio, delle associazioni di categoria Assilea e Assofin.

Chiedo la cortesia di potermi informare relativamente alla tipologia e alle condizioni (costi, margini, contributi…) dei servizi offerti”, domandavano in una mail del 18 maggio 2004 quelli di Banque Psa Finance a Bmw Bank, Fca Bank, Fce Bank, Gmf, Rci Banque, Mercedes Fs. E ancora, 28 giugno 2004, oggetto della mail: “Tassi”.  “Scrivo per chiedere la cortesia di
comunicarmi i tassi standard (i più alti e i più bassi) da voi applicati”, si informano Banque Psa Finance, Volkswagen Bank, Bmw Bank, Mercedes Fs Oppure:  “Sul leasing, ieri ho chiesto le info solamente ai maggiori competitor di Alfa Romeo individuati oltre a Mercedes/Daimler in Audi/Volkswagen e Bmw”, parole da cui, come sottolinea l’Antitrust nel suo provvedimento, “emerge chiaramente il rapporto di concorrenza tra le captives”.

Negli anni lo scambio di mail tra le varie società di finanziamento si intensifica e, alle informazioni base, si aggiungono richieste di dettagli o precisazioni, come quella formulata da Banque PSA Finance a Fca, Bmw e Mercedes nel 2008: “Che azioni avete intrapreso in seguito al recente aumento di 25 punti del costo del denaro comunicato dalla Bce? Avete ritoccato i tassi dei vostri prodotti o l’importo delle spese pratica? Se ancora non avete messo in atto manovre correttive, pensate di farlo ‘a breve’ o rimandate tutto al 2009?”. O ancora:  “Avrei bisogno della Vostra collaborazione per sapere, se a causa delle recenti alluvioni del Veneto, avete intenzione di effettuare come società finanziaria qualche iniziativa. Es. Sospensione dei pagamenti, extra sconto a chi ha perduto l’auto, tasso agevolato, fondo di aiuto, etc”, si informano tra loro tutte le società finanziarie coinvolte.

Non solo: “Quello che interessa sono le spese realmente sostenute e non quelle riportate dai fogli illustrativi esposti presso le concessionarie”, precisavano nel 2007 le captive a Toyota, Bmw, Mercedes, Fca e Volksvagen. Una frase questa, che testimonia come lo scambio di informazioni all’interno del cartello avesse ad oggetto dati non pubblici e altrimenti non acquisibili. Così, tra il 2009 e il 2013, si è sviluppata una vera e propria sinergia tra le società nella stesura dei piani di marketing. “Immagino che tutti noi markettari nei prossimi mesi saremo impegnati a dare il meglio per il piano marketing. Per questo motivo Vi chiedo se possiamo scambiarci le informazioni di pricing”, scrivono quelli di Mercedes a Fca in una mail che prova come le finanziarie siano arrivate ad elaborare insieme anche i listini e le strategie di vendita.

Nello stesso senso, ad esempio, in un’altra email del 13 settembre 2007, relativa alle condizioni economiche applicate alle assicurazioni in caso di leasing, si legge: “So che in questo periodo siamo tutti molto presi dal piano marketing ma è proprio per questo che a partire da oggi vi chiedo la massima collaborazione e sollecitudine nel benchmark che sto per proporvi. Ovviamente siamo tutti a disposizione per ulteriori scambi”. E: “Ho pensato potesse esserci utile anche uno scambio periodico di informazioni sulle condizioni praticate”.

Nelle 114 pagine del provvedimento, l’Antitrust ricostruisce tutta la vicenda che definisce come un un “pervasivo e regolare scambio di informazioni, bilaterale e multilaterale, anche in sede associativa,avente a oggetto le politiche commerciali delle parti relative alle condizioni economiche e contrattuali applicate ai concessionari e ai consumatori finali, quali, ad esempio, il tasso base, il TAN, il TAEG, le spese applicate agli acquirenti nonché i volumi dei prodotti finanziari collocati, tramite contatti bilaterali e multilaterali”. Un sistema che è stato possibile smascherare solo grazie alla collaborazione della finanziaria di Mercedes Daimler che ha consegnato all’Autorità 145 documenti che provavano l’esistenza “di un’intesa segreta (cartello) posta in essere attraverso un pervasivo scambio di informazioni sensibili tra le principali captive banks” che “ha avuto luogo almeno a partire dal 2003 e fino al 2017” e si è basata su “contatti diretti bilaterali e multilaterali tra le imprese, corredati dalla compilazione e dall’invio di form, anche strutturati, denominati ad esempio ‘benchmarking for success’”.

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Antitrust, multa da 678 milioni di euro a case automobilisitiche e finanziarie: “Un cartello per gestire i finanziamenti”

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