La coltivazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati per uso personale e ricreativo non sarà più reato. E’ quanto prevede il disegno di legge presentato a Palazzo Madama dal senatore del Movimento 5 Stelle Matteo Mantero. “Libera cannabis in libero Stato”, scrive lo stesso parlamentare come titolo di un post pubblicato sulla sua pagina Facebook in cui spiega i punti salienti e le motivazioni della sua proposta. Un’idea simile era già stata dibattuta dalla scorsa legislatura, approdando in Aula, per la prima volta nella storia della Repubblica, il 25 luglio 2016. A proporla era stato l’intergruppo guidato da Benedetto Della Vedova di Scelta Civica, ma la proposta era stata bloccata. “In molti sono d’accordo che sia insensato perseguire chi si fuma uno spinello, visto che la marijuana non fa male come invece l’alcol e il tabacco. Anzi, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, affiliata di Nature, l’alcol ha un indice di pericolosità 114 volte superiore alla cannabis, seguito da eroina, cocaina e tabacco”, spiega il senatore. Mantero evidenzia come “oltre il 70 per cento degli italiani sarebbe concorde” alla legalizzazione. A sostenere la proposta, secondo Mantero, anche la Direzione Nazionale Antimafia che nella sua relazione annuale del 2015 sottolineava il risparmio di un eventuale provvedimento a riguardo. Il senatore sottolinea che “con la cancellazione del reato di produzione e vendita delle droghe leggere, che rappresenta più della metà del mercato degli stupefacenti, si risparmierebbero quasi 800 milioni di euro, in seguito alle minori spese tra magistratura, carcerari e quelle relative all’ordine pubblico ed alla sicurezza. Risorse economiche e finanziarie che potrebbero essere spostate al contrasto alle droghe pesanti, come cocainaeroina e droghe sintetiche, queste sì realmente pericolose”. Matteo Mantero, al secondo mandato da parlamentare, figura tra i “dissidenti” su alcuni provvedimenti del governo come il decreto Sicurezza ma il procedimento dei probiviri del M5s è finito con un’archiviazione. E’ anche nota la contrarietà a proposte come queste dell’altra parte della maggioranza, rappresentata dalla Lega.

Non solo, per dare prova della correttezza del provvedimento, nel messaggio il parlamentare evidenzia anche i paesi che hanno optato per la legalizzazione. Una scelta che avrebbe portato Olanda, Spagna e diversi membri degli Stati Uniti d’America, ai quali recentemente si è aggiunta anche la California, a diminuire il numero di utilizzatori di cannabis. “A crescere sono stati solo il reddito legale e il gettito fiscale del mercato legalizzato”, continua Mantero che conclude il post sottolineando i rischi derivati dall’uso della mancata liberalizzazione. “Ogni anno circa 5 milioni di persone fanno uso di hashish o marijuana, essendo illegale coltivarla a casa propria queste persone sono costrette a rivolgersi al mercato nero – continua – In uno studio del 2016 l’università di Berna ha analizzato 191 campioni di marijuana sequestrati dalle forze dell’ordine sul territorio svizzero. La scoperta è preoccupante: il 91% di questi prodotti è contaminato”. Tra le sostanze con cui la cannabis viene “tagliata” per aumentarne il peso, sempre secondo il parlamentare, molte sarebbero nocive: ammoniaca, lacca, lana di vetro, piombo, alluminio, ferro, cromo e cobalto. “Trovate qualche motivo per non legalizzarla?”, conclude il senatore nel post.

In appoggio alla proposta del senatore sono arrivati i Radicali Italiani, tra i principali sostenitori della liberalizzazione. “In Italia consumare cannabis non è un reato, lo è invece auto produrla, coltivandosela sul balcone o in giardino. Ed è un reato per cui si rischiano fino a 6 anni di carcere. È come se lo Stato dicesse: ‘puoi fumarti uno spinello, l’importante è che lo acquisti al mercato nero'”, si legge in una nota diffusa dal gruppo. Anche l’Associazione Luca Coscioni, tra i promotori della legge di iniziativa popolare del 2016, è scesa in campo chiedendo di riprendere in mano i testi di due anni fa. “Si tratta di un testo che va anche oltre le ottime proposte oggi ripresentate dal Senatore Matteo Mantero, che rafforza l’accesso terapeutico alla cannabis e liberalizza la coltivazione domestica per fini di consumo personale o sociale. E depenalizza totalmente l’uso e la detenzione di tutte le sostanze proibite. Nei prossimi giorni dal sito Legalizziamo.it verrà lanciata una petizione ai Parlamentari affinché presentino altri testi di legge e si attivino per far sì che si rispetti la volontà di decine di migliaia di persone che hanno chiesto al Parlamento di regolamentare quanto oggi è proibito e genera povertà e criminalità”.

E se da un lato la proposta potrebbe trovare un ostacolo negli stessi alleati di governo, Mantero è però convinto che molti della Lega “la pensano diversamente”. “È vero che alcuni nella Lega, come il ministro Fontana o il vicepremier Salvini, si oppongono in maniera pregiudiziale a questa tematica senza probabilmente scendere nei dettagli, senza conoscerla così bene, ma non tutti i rappresentanti (del Carroccio) sono così contrari”, ha detto il senatore a Radio Capital. “Il governo potrebbe lasciare l’attività legislativa al Parlamento su questa e altre tematiche, come l’eutanasia, e fare un passo indietro politicamente per far cominciare una discussione importante”, ha continuato, specificando che, anche se la proposta ‘non è nel contratto’ il legislativo può “andare avanti”.

La proposta di legge: 9 articoli dall’autoproduzione alla vendita di infiorescenze – Tre punti principali e 9 articoli: questo il disegno che il parlamentare ha portato all’attenzione del Senato. Come si legge nel documento, la liberalizzazione si attuerà consentendo la coltivazione della cannabis in forma individuale e associata, rendendo lecita la detenzione della sostanza entro determinate quantità e disciplinando le condotte illecite, prevedendo una differenziazione di pena in relazione alla tipologia delle sostanze (droghe pesanti, droghe leggere). In particolare i maggiorenni potranno produrre cannabis per uso ricreativo, coltivando al massimo tre piante di sesso femminile ciascuno. Consentita anche la coltivazione in forma associata (sul modello dei social club spagnoli), in numero massimo di trenta persone per ‘gruppo’. Dei direttivi dei ‘maria club’ però non potranno far parte coloro che sono stati condannati in maniera definitiva per alcuni reati “di maggiore pericolosità sociale (associazione di tipo mafioso, commercio illecito di precursori di droghe e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope”). Per avviare la coltivazione, sia individuale sia in forma associata, sarà sufficiente comunicarlo alla prefettura competente, senza ricevere un’autorizzazione preventiva. Il provvedimento rende lecita anche la detenzione di una piccola quantità di cannabis, pari a 5 grammi, che possono arrivare a 15 se si detengono in casa. Depenalizzata anche la cessione gratuita di una modica quantità di cannabis (meno di un grammo) se coltivata in forma personale o associata. La violazione della legge, specifica il provvedimento, sarà considerata ‘illecito amministrativo’ e sanzionata con una somma che potrà andare dai 100 ai 1000 euro. I guadagni delle multe, però, si legge all’articolo 6 saranno reinvestiti per interventi formativi, educativi, preventivi, curativi e riabilitativi, attuati dalle istituzioni scolastiche e da quelle sanitarie per arginare il fenomeno delle tossicodipendenze. Tra le novità, specifica lo stesso senatore Mantero, anche una correzione della precedente normativa. “Ora sarà possibile vendere le infiorescenze nei cosiddetti ‘shop cannabis light’ anche per uso alimentare o erboristico, e non più solo tecnico come in precedenza”.

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