Che volgarità! Vergogna! Non c’è più contegno. Stiamo scadendo davvero nell’indecenza più irrecuperabile, tanto quanto intollerabile. Concludi il 2018 male e inizi anche peggio questo 2019. Bisogna fermare questa deriva intellettuale. Ma soprattutto bisogna mettere un freno a questi rapper che scatenano il male del Paese. Stiamo finendo come gli Stati Uniti. Ma come fare? E proprio questi rapper sono la causa di tutto: Corinaldo manomessa da Sfera Ebbasta, colpa sua! Sfera che costringe le menti a spruzzare peperoncino, Sfera che annebbia i gestori e rende le strutture meno agibili, Sfera che manomette i controlli della sicurezza che a sua volta lascia entrare più gente dell’agibilità prevista – in un locale dove lo stesso artista non è ancora arrivato per perseguire la sua manovra demoniaca. Ah, questi rapper!

Per carità, fermiamo Salmo che parla a vanvera di politica per farsi pubblicità. Mettiamo un veto a Gemitaiz che istiga a prendere una posizione civica. Oh mio Dio! Fabri Fibra che inneggia alla violenza come certe serie tv ma con il rap ignorante – per cui non vale il concetto di arte-fiction-romanzo. Bloccate questa gente! Questi pericolosissimi rapper che aspettano la fascia protetta in televisione per gridare le parolacce. Prendiamo le distanze da Junior Cally, che schifo! La forma prima di tutto! Ma, insomma, povera Federica Panicucci, lei davvero deve aver sofferto non poco senza sapere come comportarsi. Pensa a tutti i dirigenti Mediaset che hanno sudato freddo, che hanno sbarrato gli occhi e portato la loro manina tesa alla boccuccia ormai a forma di “Oh”! Che shock, che turpiloquio, che imbarazzo!

E che messaggio orribile: “Fanculo la droga, viva la figa per sempre!”. Fosse stato un Vittorio Sgarbi allora avrebbe fatto audience, fossero state le quattro del pomeriggio allora sì, un bel brividello a Pomeriggio 5 sì, ma farlo la notte di Capodanno no! Che spreco! Non si può. Per citare proprio Fabri Fibra: “Nessuno è perfetto, io faccio l’artista/ la droga si trova, tuo figlio l’acquista/ la vendono tutti, persino il tassista/ se non te ne accorgi, hai problemi di vista!”. No, no, certe cose si sanno, si lasciano fare ma nessuno lo deve dire, non se ne deve parlare e non bisogna mai prendere posizione a riguardo (se non per facciata e immagine), e se un’artista lo fa e lo fa in modo diretto e chiaro, con il linguaggio di ogni momento, di chiunque, allora è scandalo.

Sì, stiamo finendo come gli Stati Uniti. Sì, quel Paese tanto pudico quanto perverso. Quel paese così affascinante quanto ipocrita. Ostentare disgusto in pubblico e moltiplicare il marcio nel privato. Svendere la nazione e le sue attività imprenditoriali è meno volgare, il tg di qualunque ora che racconta le azioni dettagliate di terroristi e attentati con gente sgozzata e morti in ogni contesto, va bene. I film vanno tutti bene. La figa invece fa paura, e mandare la droga a quel paese pubblicamente è orrore.

Avete anche un po’ rotto il ca**o. Ops, non posso usare questo linguaggio in scrittura su un giornale di pubblica lettura! Giusta osservazione, scusate, allora: “Uff, che barba, sono stufo di questa falsità!”. Va bene?

La superficialità e l’ignoranza dei politicanti di oggi rispecchia anche troppo il motivo, le ragioni, per cui l’Italia ha vissuto e vive il peggior declino di valori di sempre, ma i giovani non sono così stupidi, non tutti, e presto una nuova ondata di testi rap cancellerà la dilagante generalizzazione. Vero è che molti testi siano vuoti e stupidi ma ne parleremo in un altro scritto. Intanto John Lennon osserva e penserà che non cambia nulla: “Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore, mentre la violenza e l’odio si diffondono alla luce del sole”.

Condannare il rap sarebbe come condannare i libri in quanto contenitori di parole, testi e concetti. Condannare i rapper sarebbe come condannare gli scrittori, gli autori in quanto coloro che esprimono concetti, che raccontano la realtà che vedono o inventano mondi fantasiosi o semplicemente elaborano e ripropongono il mondo con la loro arte. Non può che essere sbagliato. Il problema è culturale. Il problema è l’approccio e l’educazione. L’arte tutta è espressione: ogni strumento di comunicazione è tale per essere utilizzato in modo costruttivo o distruttivo, inevitabilmente influenzerà i fruitori. La responsabilità è della cultura e della percezione. La responsabilità è della capacità di comprensione e discernimento. Viceversa Roberto Saviano sarebbe il primo da condannare per propaganda alle mafie, Netflix per aver mitizzato i narcos e la stessa Mediaset con Il capo dei capi per aver proposto un Totò Riina che diviene mito da seguire.

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