Bisogna farsi sentire per contrastare la “brutale” strategia contro il Movimento 5 Stelle “messa in atto da quelle lobby, famiglie di grossi prenditori e banchieri” grazie “all’unico potere che gli è rimasto in mano, il quarto, quello mediatico“. E un modo per farsi sentire può essere “un post su Facebook, Twitter o Instagram con l’hashtag #IoNonCiCasco” perché “devono capire che gli italiani non si fanno più prendere per il culo”. Un messaggio pubblicato questa mattina sul blog delle Stelle, che si scaglia contro gli attacchi dei media nei confronti del Movimento. “La delegittimazione – si legge – è il metodo utilizzato dai poteri autoritari per far fuori i loro avversari”. Ora, dice il M5s, “quello che ci salva è la possibilità offerta dai social media di poter parlare direttamente con i cittadini”. Al centro il caso dei lavoratori in nero all’interno dell’azienda del padre di Luigi Di Maio, Antonio, scoppiato dopo il servizio delle Iene. E proprio Di Maio senior, parlando al Corriere, difende il figlio. Lui, dice, non sapeva nulla della situazione degli operai nell’azienda di famiglia, trasferita nel 2014 alla Ardima srl di Luigi e della sorella Rosalba.

Il post elenca i casi di “delegittimazione” che nel Movimento hanno colpito sindaci (“due anni di fango contro Virginia Raggi”), parlamentari (“ultimo arriva l’articolo sessista sull’Espresso contro Lucia Azzolina“), ministri e sottosegretari (“video tagliati ad hoc, foto rubate, piccole gaffe o lapsus ingigantiti ad arte e sbattuti in prima pagina”). E ora, si legge ancora online, finisce nel mirino anche Luigi Di Maio: “Essendo immacolato usano i parenti sbattendo in prima pagina suo padre per storie di 10 anni fa. E attenzione non è che Luigi sia sotto accusa per aver aiutato il babbo mentre era ministro, come è stato per Renzi (il cui babbo aveva incontrato mezza Consip mentre lui era premier) e Boschi (perché non querela De Bortoli che ha raccontato del suo incontro con l’ad di Unicredit per conto del padre?), ma per un vincolo di sangue. Ma i titoli sono confusi, ammiccano a qualcosa che non c’è e non esiste, sono fabbricati ad arte con un unico fine: la delegittimazione totale del MoVimento 5 Stelle. La risposta di Luigi è stata la massima trasparenza che ha spazzato via le menzogne e le falsità delle ultime ore”.

A intervenire sugli attacchi di questi giorni contro Di Maio anche il vicepremier leghista Matteo Salvini. “Lo stimo e lo rispetto per quanto fa da ministro – ha detto il ministro dell’Interno a SkyTg24 – . Non conosco la sua famiglia né le sue aziende: coinvolgere parenti, amici, mogli e fidanzate nella bagarre politica non mi sembra una cosa intelligente”. E ha concluso: “Chi c’è dietro? Non lo so… leggevo di complotti, Le Iene, Mediaset, Berlusconi… so che giudicano gli italiani e Di Maio non ha bisogno di essere difeso, si difende da solo”.

Il post – Nel post si legge che il sistema mediatico “è stato colpito la prima volta nel 2013 quando il MoVimento 5 Stelle grazie a 9 milioni di voti ha preso una quota del potere legislativo portando in parlamento 150 ragazzi onesti che non dovevano niente a nessuno. Da quel momento il sistema si è inceppato e ha iniziato a perdere colpi. La reazione è stata feroce. Il MoVimento, da semplice forza di opposizione, è stata additata da tutti i media (il quarto potere al servizio di quelli di sopra) come la causa di tutti i mali del Paese. Hanno iniziato a farci le pulci come mai avevano fatto con nessuno prima, ma rimanendo sempre ossequiosi con i partiti di governo, praticamente tutti gli altri. Ovviamente non hanno mai trovato nulla, se non massima trasparenza, massima correttezza e massimo rigore nel punire chi sbaglia”.

Poi il blog insiste ancora: “Nonostante una campagna di fango mediatico senza precedenti nella storia della Repubblica, alle elezioni del 4 marzo 2018 il MoVimento 5 Stelle si è confermato la prima forza politica italiana con quasi il doppio dei voti rispetto alla seconda con quasi il 33% dei consensi da parte degli italiani”. E da allora, prosegue il post, “la strategia del quarto potere, quello mediatico, ha scalato di livello”. Il picco si è verificato “quando il MoVimento è entrato ufficialmente nel governo, condividendo la responsabilità del potere esecutivo con un’altra forza politica e stiamo osservando il culmine in questi giorni, in cui stanno per essere approvati i provvedimenti, voluti dal MoVimento, che cambieranno volto a questo Paese e dimostreranno tutta la pochezza dei partiti e delle persone che negli ultimi 20 anni hanno gestito il Paese”. Dunque la “strategia messa in atto da quelle lobby, famiglie di grossi prenditori e banchieri, una volta perso il controllo sul potere legislativo ed esecutivo, si è orientata esclusivamente all’uso brutale dell’unico potere che gli è rimasto in mano, il quarto, quello mediatico. E la strategia ha un nome: delegittimazione“.

E il testo prosegue sottolineando che “i rappresentanti del potere mediatico, in questi giorni, in televisione” hanno giustificato “il loro accanimento nei nostri confronti dicendo ‘voi siete il potere, per quello vi massacriamo’”. Poi si rivolge direttamente a loro: “Uno: voi ci avete massacrato anche quando eravamo semplice opposizione e sempre senza scoprire mai nulla o prendendo clamorosi granchi (vedi caso Beatrice Di Maio). Due: noi abbiamo la responsabilità di una parte del potere legislativo e di quello esecutivo, assegnataci dal popolo tramite libere votazioni, ma non siamo IL potere. E la parte di potere di cui siamo responsabili la esercitiamo in base alle leggi che rispettiamo e nell’assoluta consapevolezza di dover sempre rispettare il nostro datore di lavoro: i cittadini”.

Il post prosegue additando la stampa, che “non sta facendo libera informazione disinteressata, ma sta compiendo un’opera di delegittimazione nei confronti di una forza politica per venire incontro agli interessi affaristici e politici dei loro editori. Il quarto potere è l’ultimo su cui possono contare i veri sconfitti alle elezioni. E lo esercitano in modo brutale, per il loro interesse esclusivo e a danno della qualità dell’informazione e dei cittadini”. Nelle righe successive viene citato Malcolm X ( “Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono”) e M5s ricorda che “la delegittimazione è il metodo utilizzato dai poteri autoritari per far fuori i loro avversari”. Infine una richiesta: “Un gesto simbolico, da fare sui social. Un post su Facebook, Twitter o Instagram con l’hashtag #IoNonCiCasco. Devono capire che gli italiani non si fanno più prendere per il culo. La nostra battaglia continua. E per la libertà di stampa interverremo con la legge contro il conflitto di interessi degli editori e garantendo l’equo compenso a tutti i giornalisti”.

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