Il numero degli italiani che riceveranno il reddito di cittadinanza si capirà a fine anno, quando verrà approvato un decreto con i parametri tecnici per accedere alla misura. Che però ufficialmente sta già muovendo i primi passi. Parola del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ieri, ospite a Piazzapulita su La7, ha annunciato di aver già dato “mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche“, che arriveranno nelle case degli aventi diritto insieme a “una serie di impegni da prendere”. Per il capo politico del Movimento 5 Stelle il reddito di cittadinanza rappresenta “il più grande investimento sul capitale umano”. Poi ha fornito dei dettagli, alcuni dei quali fondamentali per capire il funzionamento del provvedimento. Tra questi c’è di sicuro la questione della distanza da casa per le offerte di lavoro. In tal senso Di Maio ha spiegato che il parametro non sarà calcolato per “raggio di chilometri” ma in base alle “macroaree” in cui sarà diviso il Paese. Ogni italiano che avrà diritto al reddito sarà affiancato da un tutor che gli proporrà non solo un lavoro, ma anche una formazione costante per il tipo di occupazione proposta.

Su questo punto il vicepremier è stato chiaro: “Solo chi accetta di impegnarsi in questa formazione per tutta la giornata e contestualmente di fare 9 ore settimanali di lavori di pubblica utilità per il Comune di residenza avrà diritto al reddito”. Quanti lavori si possono rifiutare? “Tre – ha detto Di Maio – ma se vediamo che non c’è volontà di formarsi e di entrare nel programma di formazione, allora il reddito non sarà elargito“. Una delle critiche contro il provvedimento simbolo del M5s è che rischia di alimentare il lavoro nero: a sentire il ministro questo pericolo non c’è, perché chi beneficerà del reddito “non avrà il tempo” per fare altro, poiché “sarà impegnato per tutta la giornata“. Per quanto riguarda i tempi della misure, oggi Di Maio ha confermato che “partiranno nei tempi previsti”: “I pensionamenti di quota 100 partiranno nei primi mesi del 2019 insieme alla pensione di cittadinanza e al reddito cittadinanza – ha spiegato il ministro – che significa dare alle imprese manodopera qualificata, personale qualificato che aumenterà gli investimenti“.

Per quanto riguarda gli aspetti più squisitamente economici, a Piazzapulita è intervenuto anche il professor Pasquale Tridico, considerato l’ideologo del reddito di cittadinanza. Tridico ha spiegato che la cifra complessiva del reddito di cittadinanza va divisa in due parti: il reddito in senso stretto e la somma relativa al supporto per l’affitto di una casa. Chi possiede un’abitazione di proprietà non avrà diritto a questa seconda misura. “In Italia chi ha bisogno di pagarsi un affitto prende il reddito pieno (780 euro, ndr). Chi ha una casa prende invece intorno ai 480 o 500 euro” ha sottolineato Tridico, che ha anche assicurato che entro dicembre ci sarà un decreto all’interno del quale saranno specificati tutti i parametri della misura. Molti, però, sono già noti: il reddito avrà una durata massima di tre anni, ma dopo 18 mesi sarà fatta una verifica per valutare se sussistono ancora i requisiti per averne diritto; la platea dei beneficiari dipenderà dai soldi a disposizione (sarrano nove miliardi di euro, sette più altri due presi dal Rei) e si riferirà non a singole persone ma a nuclei familiari poiché il sussidio sarà erogato in base all’Isee, che appunto misura il reddito delle famiglie. Come punto di partenza si prenderà un Isee di 9.360 (famiglie di una sola persona), parametro destinato ad aumentare a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare: chi avrà diritto al sussidio riceverà tra il reddito che si ha e quello che si dovrebbe avere un base al reddito di cittadinanza che poi salirebbe in base alla numerosità della famiglia. Una volta ammessi al sussidio si riceverebbe la differenza tra il reddito che si ha e quello che si deve avere secondo il reddito di cittadinanza.

In merito all’annuncio fatto ieri dal vicepremier grillino sulla questione del via libera a stampare le tessere elettroniche del reddito, oggi il Partito democratico ha chiesto chiarezza, sottolineando alcune storture: “Su quali basi legali ha potuto dare questa indicazione? Chi ha ordinato la stampa? Sulla base di quale atto legislativo? O Di Maio mente o qualcuno sta commettendo un abuso di ufficio con relativo danno erariale visto che l’introduzione del Reddito di cittadinanza non è una legge approvata dalle Camere” ha detto il il capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci.

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