Hiša Franko è una guest house dove, una volta dentro, si viene presi per mano dal giovane e preparato staff (l’età media del personale, che parla perfettamente inglese e italiano, va dai 25 ai 30 anni). Il locale, diviso tra una specie di terrazza spaziosa e al chiuso e una sala leggermente più piccola, può ospitare dalle 45 alle 60 persone. È elegante, ma non troppo. Informale, ma non troppo. Insomma, presenta il giusto mix tra l’atmosfera di un ristorante di alto livello (per esempio, c’è il poggia borsa accanto a ogni sedia e un bel servo muto, che scoprirò essere il regno del sommelier, accanto a ogni tavolo) e quella più calda di una tipica casa slovena di inizio Novecento.
Detto ciò, ci sono alcune doverose premesse da fare per quanto riguarda Hiša Franko e che sarebbe bene tenere a mente. La prima: niente menu à la carte ma solo degustazione (undici portate, nel mio caso, o 8). La seconda: vegetariani e vegani non sono ben accetti. La terza: se avete più di un’allergia alimentare, sono problemi. La quarta: se vi presentate con un ritardo superiore ai 30 minuti, il ristorante si riserva “il diritto di modificare il numero delle portate mantenendone inalterato il prezzo”. La quinta: al momento della prenotazione, vi verranno chiesti numero e codice di sicurezza della carta di credito; se annullate la prenotazione una settimana prima della cena, siete salvi. Se lo fate fino a 3 giorni prima vi verrà addebitato il costo di metà menu (75 euro) a persona; e se non vi presentate proprio o comunicate la disdetta nelle ultime 72 ore, pagate il menu pieno (150 euro).

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