Renzi? Da Salsomaggiore sono arrivate solo autocelebrazioni per le cose fatte, ma ‘non capite dagli italiani’. Questi messaggi non sono nulla di diverso rispetto alla mancata autocritica di questi mesi”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Radio Radicale dal deputato Pd, Francesco Boccia, intervistato da Sonia Martina. Il parlamentare dem spiega: “Dopo una sconfitta di grandi dimensioni come quella del 4 marzo si lascia: si fa il militante semplice e a bordo campo si porta il secchio dell’acqua a un’altra squadra. Ma ho la sensazione che molti protagonisti del Pd di questi anni non abbiano voglia di portare il secchio e vogliano essere giocatori in campo. Tuttavia, in un campo attualmente così complesso autodefinirsi “riformisti”, come ha fatto Renzi a Salsomaggiore, porta a commettere l’ennesimo errore di arroganza. Alla fine siamo diventati il partito dell’élite. Se non si capisce questo e soprattutto come mai hanno vinto M5s e Lega, si ritorna a fare i vedovi di se stessi e dei propri governi”.
E aggiunge: “Ecco perché mi sono candidato alla segreteria. Noi con #aporteaperte vogliamo rivoltare il Pd e lo faremo hackerandolo. Il 15 dicembre a Roma ci sarà un vero e proprio hackathon per il Pd. Non riconquisteremo la fiducia degli italiani dicendo che Salvini e Di Maio sono dei barbari e che gli italiani non ci hanno capito. Il riformismo a cui fa riferimento Renzi cosa è?” – continua – “Da un lato, tutti gli amici nostri e dall’altro, tutti quelli brutti, sporchi e cattivi? Dobbiamo riconquistare la fiducia degli italiani solo facendo battaglie politiche avanzate. ad esempio sul lavoro. E cioè dicendo che il Jobs Act è stato profondamente sbagliato e non si vuole lasciare il tema del lavoro nelle mani di Di Maio, che si sta dimostrando un incapace“.
Poi puntualizza: “In realtà, la mia vera preoccupazione è Salvini, che interpreta una visione della società distante anni luce dalla mia, cioè quella abbastanza rude e violenta di una società autarchica, coi fili spinati e coi dazi. E invece io vorrei contrapporgli una società con una sensibilità ecologica senza precedenti, con il rigore dello Stato sul consumo del suolo, con la scuola al centro, con il lavoro garantito. Queste cose il Pd non le ha fatte. Per questo abbiamo perso. Ecco perché serve il congresso”.
Ma sottolinea: “Le correnti a sostegno di Minniti e Zingaretti guardano al passato, non ci portano da nessuna parte e ci dirottano ad una restaurazione del correntismo che porta a una visione superata della società e della funzione del Pd. Dobbiamo andare oltre le correnti con una rete di persone libere che non hanno paura di fare battaglie nette e dure, ma con una rotta chiara: persona al centro e mercato sempre riformabile. Scuola, lavoro, ecologia, web tax, una nuova Europa“.
Boccia chiosa: “In questo senso, ci sono segnali chiari che dobbiamo cogliere, come piazza Castello a Torino. E’ un gran bel segnale e fa bene la sindaca Appendino a fare delle aperture. Mi auguro che questi suoi segnali di apertura siano poi conseguenti. Questo vorrebbe dire superare la stagione della contrapposizione permanente. Non possiamo sostituire il modello dell’antiberlusconismo con l’antigrillismo a prescindere. Io voglio un Pd diverso, che si confronta e si siede al tavolo con chi fa diagnosi simili alle nostre sui bisogni e sui disagi della società, per trovare soluzioni comuni per tutti quegli italiani che sono rimasti indietro”.

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