I fondi per reddito di cittadinanza e quota 100 nella legge di Bilancio, le norme per attuare le due riforme in “un decreto” che arriverà “a Natale o subito dopo”. Poi le tensioni con il Carroccio sul reddito di cittadinanza, che però, almeno per quanto riguarda questo punto, vengono smentite dalle parti. Dopo le polemiche sulle effettive coperture della manovra, Luigi Di Maio ha deciso di annunciare con una diretta Facebook che le due misure ritenute più importanti dai due soci di governo non solo ci saranno, ma saranno realizzate attraverso un decreto e non un disegno di legge “per andare più veloci”. I rapporti con la Lega però rimangono delicati: i provvedimenti sul tavolo sono tanti e non su tutti c’è la totale intesa (vedi ad esempio il ddl Anticorruzione). Anche per questo nel primo pomeriggio, dopo la diffusione di un’anticipazione del libro di Bruno Vespa, è scoppiato un caso Giancarlo Giorgetti. Stando a stralci del dialogo con il giornalista diffusi alle agenzie infatti, il sottosegretario ha espresso nelle scorse settimane perplessità sulla riforma del reddito di cittadinanza: “Ha complicazioni attuative non indifferenti”, ha detto. “Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso”. Non è una riflessione nuova in casa del Carroccio, ma oggi non era proprio la giornata giusta per ritirarla fuori. Tant’è che, nel giro di pochi minuti, è uscita una precisazione di fonti vicine a Matteo Salvini per dire che “non intendono bloccare la misura”. Troppo tardi per fermare però il balletto delle dichiarazioni: “La riforma partirà l’anno prossimo”, ha detto il premier Giuseppe Conte interpellato sul punto. “Siamo ben consapevoli tutti che va fatta con molta attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso, teniamo farla bene e con tutti i dettagli”. Un caso che, soprattutto mentre su prescrizione e trasparenza dei fondi ai partiti non c’è accordo, i protagonisti hanno cercato di spegnere in fretta. E in serata Conte e Giorgetti si sono incontrati a Palazzo Chigi per parlare della manovra. “Siamo al lavoro per risolvere i problemi del Paese”, ha detto il leghista. “Siamo sorpresi dalle polemiche inutili e pretestuose. Il governo va avanti unito con Lega e 5 stelle sulle cose da fare a cominciare dal dossier alluvioni, bilancio. Con l’Europa discuteremo con tranquillità e con le idee chiare senza arretramenti”.

Sul fronte dei 5 stelle per tutto il giorno si è rimasti concentrati sul replicare alle accuse di mancanza di coperture. In particolare sulla base di alcuni articoli di stampa in cui si mette in dubbio che possano riuscire a mettere in piedi le riforme annunciate: “C’è la libertà di stampa”, ha detto Conte. “Quello che conta è quello che scrive il governo. Le cifre le facciamo noi, avendo contezza dei dati Istat decidendo noi la platea: le altre non contano. Ci sono le risorse per finanziare il reddito che vogliamo sia per finanziare la riforma della legge Fornero”. Una posizione simile a quella di Luigi Di Maio, che poche ore prima aveva detto: “In manovra ci sono i soldi, c’è la ciccia. Ma le norme regolamentari non possono stare lì” perciò “dopo la legge di bilancio, magari a Natale o subito dopo, si fa un decreto con le norme per reddito e pensioni di cittadinanza e riforma della Fornero. Lo faremo con un decreto, non un ddl perché ci vorrebbe troppo e c’è emergenza povertà”. Quindi ha dato nuove indicazioni sui tempi di realizzazione: “Ci sono circa due mesi per perfezionare tutti i dettagli, in modo che il 2019 possa diventare l’anno del cambiamento”. Il reddito di cittadinanza, ha assicurato il ministro, partirà “tra inizio e fine marzo“. Di Maio ha anche illustrato quelle che per lui sono le “tre priorità che il M5s sosterrà nell’iter della manovra”: “Pensioni d’oro, più risorse per scuola, università e ricerca, e tagli ai fondi ai giornali”. Misure che mancano perché, ha detto, “abbiamo fatto una corsa contro il tempo e” su alcune norme “stiamo ancora facendo i conti, come per le pensioni d’oro: non sono ancora soddisfatto perché voglio recuperare ancora di più, recuperare più soldi possibile a questa gente che ci ha rubato il futuro”.

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