Più inquini più paghi. La benzina meno cara del gasolio, voucher di mobilità sostenibile di mille euro a chi rottama la vecchia auto, incentivi sino a 6mila euro per chi ne acquista una elettrica. Nel giorno in cui scatta in diverse città italiane di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna il blocco della circolazione dei mezzi più inquinanti (norme dettate dall’Accordo di Bacino Padano), Legambiente lancia una sfida al Governo presentando, nell’ambito del convegno Green Mobility organizzato alla Camera dei Deputati, dieci proposte che riguardano anche il sistema di tasse e incentivi. Chiaro il presupposto: “Per ridurre l’inquinamento e per rendere le città più vivibili bisogna ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone e puntare su un’efficace e innovativa rivoluzione urbana”. In che modo? “Orientando le tasse sui trasporti in misura proporzionale all’inquinamento e allo spreco – spiega Legambiente – e incentivando la mobilità sostenibile”. Una rivoluzione rispetto alla situazione attuale, perché oggi capita spesso che a pagare di più sia chi inquina meno.

LA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI IN ITALIA: QUALCHE DATO – In tutta Italia circolano 14,7 milioni di veicoli (diesel e benzina Euro 0, 1, 2, 3) su un totale di 37/38 milioni. Nel 2017 le auto Euro 0 circolanti in Italia, stando agli ultimi dati diffusi, sono state 3.768.213 e, nello stesso anno, ne sono state radiate (sempre Euro 0) 71.077. Da oggi, 1 ottobre 2018, sono circa 3 milioni i veicoli tra automobili (circa 2,3 milioni) e furgoni (600mila) – benzina Euro 0 e diesel Euro 0 1 2 3 (per Emilia Romagna anche Euro 4),  a cui è stata vietata la circolazione in gran parte delle città principali delle regioni Pianura Padana per via delle misure anti-smog previste dal ‘Nuovo accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano’.

SE PAGA DI PIÙ CHI INQUINA MENO – Il gettito fiscale del settore trasporto e mobilità ammonta a oltre 72 miliardi di euro nel 2017, metà dei quali deriva da accise e Iva sui carburanti e il restante ripartito tra tasse sull’assicurazione, l’acquisto, il possesso (bollo), i ricambi e la gestione. Tasse che vanno nella fiscalità generale, che non servono per coprire i costi sociali dei trasporti e delle volte sono perfino più pesanti per chi inquina di meno. “Spesso – spiega Legambiente – paga di più chi inquina di meno”. Qualche esempio concreto: “Una ibrida Euro 6 paga il 50% in più di bollo e il 20% in più di carburante rispetto a un vecchio pickup diesel del professionista con partita iva; è più caro rottamare un vecchio Euro 0 che pagare il bollo alla Regione (in media ognuno dei 50 milioni di veicoli a motore – dal ciclomotore al camion – paga 120 euro di bollo all’anno); il possesso del veicolo costa poco, costa invece molto spostarsi tutti i giorni (11% della spesa della famiglia italiana, Istat)”.

Legambiente ricorda che i prezzi legati ai trasporti, e ancor più alle fonti energetiche, sono talmente influenzati da tasse e da correttivi di mercato da poter essere considerati dei prezzi ‘politici’. Basti pensare all’incidenza sui carburante (attorno al 70% su benzina e gasolio), ma anche sull’elettricità (il costo industriale è circa la metà di quel che si paga in bolletta). “All’opposto – sottolinea l’associazione ambientalista – si paga pochissimo in tasse di possesso sui mezzi di trasporto, anche vecchissimi, insicuri e inquinanti. Si pagano relativamente poche tasse sui carburanti a gas (metano e GPL), meno il gasolio della benzina, senza nessuna proporzionalità rispetto all’inquinamento generato o all’efficienza reale dei motori.

LE PROPOSTE – Le proposte di Legambiente sono nel solco di quelle ‘azioni di accompagnamento’ che premiano la mobilità virtuosa e applicano il principio ‘chi inquina paga’ del punto 27 del Contratto di Governo del cambiamento. Primo step: accise sui carburanti proporzionali all’inquinamento (al peso molecolare del carbonio), con il gasolio che costerà come la benzina nel 2019 e più della benzina nel 2020. “È assurdo – spiega Legambiente – che lo Stato continui (con minori tasse) ad agevolare i diesel, salvo poi bloccarne la circolazione nelle città inquinate”. Seconda proposta: voucher mobilità sostenibile di mille euro a chi rottama la vecchia auto. Il voucher, però, non può essere impiegato per acquistarne una nuova, perché lo scopo è ridurre la motorizzazione privata. Quei soldi servirebbero per acquistare abbonamenti e biglietti del trasporto pubblico, servizi sharing mobility, noleggio mezzi e veicoli elettrici e elettromuscolari. La terza proposta consiste nell’aiuto alla mobilità sostenibile “finanziato dalle aziende (ed enti pubblici)” a beneficio di dipendenti e familiari. Mille euro all’anno a dipendente di ‘welfare mobilità’: cifra che non costituirebbe reddito e sarebbe esentasse. Altro strumento: l’agevolazione Iva per la sharing mobility (10%, come sui biglietti di mezzi pubblici) e le flotte aziendali elettriche usate come veicoli in condivisione anche per gli spostamenti privati dei dipendenti. Legambiente propone anche un incentivo sino a 6mila euro per chi acquista un’auto elettrica (metà se plug-in) “al pari di quel che succede negli altri grandi Paesi europei. E come succede all’estero – aggiunge – finanziato da un aumento delle tasse d’acquisto proporzionale alle emissioni di CO2 e al costo”. Altre proposte riguardano l’autotrasporto e lo stop agli sconti fiscali per la trazione a gasolio, la micromobilità elettrica e i trasferimenti statali a favore dei comuni che si sono dati piani sfidanti.

L’EMERGENZA SMOG – Il problema dell’emergenza smog e dell’inquinamento atmosferico preoccupa la stragrande maggioranza degli italiani. È quanto emerge dal sondaggio di Lorien Consulting, presentato oggi a Roma: il 94% dei cittadini intervistati è, infatti, preoccupato per la qualità dell’aria, il 39% è molto preoccupato. Ma se da un parte gli italiani sono preoccupati per la qualità dall’aria, sul fronte delle strategie di riduzioni delle emissioni da adottare hanno posizioni divergenti: da quanto emerge dal sondaggio a fronte di un 10% che propone di non vendere più veicoli benzina e diesel, un 8% propone di bloccarne la circolazione già oggi, la maggioranza, il 71% degli intervistati è favorevole a incentivi per l’acquisto di mezzi non inquinanti. Solo il 5% vede invece di buon occhio la possibilità di aumentare le tasse sui mezzi inquinanti e i pedaggi in città. La nuova mobilità, più pulita, intermodale (tanti mezzi di trasporto, in media 5,2 nel corso della settimana), meno proprietaria (sharing oltre che pubblica), ha invece conquistato già il 28% degli italiani, in genere cittadini, occupati, colti e che si muovono molto spesso (più di 3 o 4 spostamenti al giorno). Sono anche quelli più favorevoli alle novità, come le biciclette pieghevoli e la micromobilità elettrica: il 40% degli italiani dichiara di essere interessato ad usare i monopattini elettrici pieghevoli se venissero regolamentati.

Articolo Precedente

Salone del gusto-Terra madre, un evento in sé meritorio. Ma alcuni temi andrebbero ridiscussi

next
Articolo Successivo

Veicoli elettrici, più posti di lavoro e meno inquinamento. In Italia però c’è chi non li vuole

next