Alla fine il redde rationem tra renziani non ci sarà. Dopo settimane di scontri interni, “caminetti” più o meno informali e minacce di ulteriori scissioni, nel Pd toscano tutto sembra essersi “normalizzato” con la presentazione definitiva di due candidati, uno della maggioranza che capo a Matteo Renzi e l’altro della minoranza, alla segreteria regionale del partito che sarà formalizzata con le primarie aperte del prossimo 14 ottobre. Per la presentazione delle candidature c’era tempo fino a lunedì sera alle ore 20 e a rispettare la scadenza sono stati solo due candidati che hanno presentato le firme necessarie: per i renziani è scesa in campo l’europarlamentare di Scandicci Simona Bonafè mentre per la minoranza dem ha deciso di correre il 34enne piombinese Valerio Fabiani.

Gelli, il grande assente – Grande assente della contesa invece è Federico Gelli, ex deputato renziano non ricandidato alle politiche dello scorso 4 marzo, che dopo aver annunciato in pompa magna di volersi candidare spaccando il fronte interno dei renziani, ha accettato di ritirarsi dalla corsa su richiesta proprio di Renzi. Questo non significa che la pace sia stata ancora siglata: Gelli avrebbe voluto fare il vicesegretario ma i lottiani sono contrari e quindi potrebbe decidere di presentare una lista autonoma in appoggio a Bonafé per smarcarsi dai piani alti del partito. Adesso il congresso regionale prevede due fasi: il voto nei circoli toscani tra il 15 e il 26 settembre e la seconda con le primarie aperte del 14 ottobre.

Il peso in vista delle elezioni a Firenze e Livorno – Il prossimo congresso ha assunto una valenza politica fondamentale nel partito toscano: il prossimo segretario infatti avrà mano libera sulle candidature in vista delle elezioni nelle ultime roccaforti rosse rimaste in Regione, ovvero Firenze e Prato, e anche su Livorno che da cinque anni è governata dal grillino Filippo Nogarin. Inoltre, conferma un esponente renziano al Ilfattoquotidiano.it, da questa sfida potrebbe “uscire la figura che si candiderà alla guida della Regione nel 2020”. Proprio per questo, ad occuparsi della disfida interna per le candidature sono scesi in campo anche i big nazionali: in primis l’ex ministro dello Sport Luca Lotti che, insieme all’ex sottosegretario Antonello Giacomelli, ha passato l’estate a fare scouting tra i possibili candidati, l’attuale reggente Maurizio Martina che lunedì sera alla Festa dell’Unità di Firenze ha chiesto ai suoi di non dividersi per tutelare “l’esperienza toscana”, ma soprattutto l’ex segretario Renzi che ha più volte incontrato Gelli per chiedergli di ritirarsi dalla corsa. E così è stato, a dimostrazione che in Toscana decide sempre lui.

La renzianissima Bonafè: “Il momento di rialzarsi” – Dopo il ritiro di Pescini, la scelta della maggioranza renziana è caduta su Simona Bonafè. Originaria di Scandicci, europarlamentare dal 2014, la 45enne Bonafè è stata una delle tre donne (insieme a Maria Elena Boschi e alla sindaca di Sesto Fiorentino, Sara Biagiotti) che accompagnarono Matteo Renzi durante le primarie del 2012 contro Pierluigi Bersani. Con l’ascesa a Palazzo Chigi, l’ex sindaco di Firenze però la mise all’angolo per circa un anno prima di scongelarla alla vigilia delle elezioni europee del 2014 quando decise di candidare tutte donne come capolista del Pd a Bruxelles: Bonafè, rappresentante della circoscrizione Centro, risultò essere la candidata più votata di Italia con 288mila preferenze. In questo momento l’europarlamentare di Scandicci rispondeva esattamente all’identikit che piace a Renzi per dare una virata al partito in regione: è giovane, donna e – dicono i suoi – “funziona in televisione”. L’annuncio della candidatura è arrivato venerdì scorso con un post su Facebook in cui ha dato un primo assaggio della voglia del Pd di recuperare il terreno perduto nelle sue (ex) roccaforti rosse: “Qui governiamo da tempo e spesso governiamo bene – ha scritto – ma dobbiamo cambiare anche noi per andare avanti: una bicicletta sta in equilibrio solo se si fanno girare i pedali. Altrimenti si cade come è successo in troppe città toscane alle ultime amministrative. E noi vogliamo rialzarci, non cadere e pedalare forte se ne saremo capaci”. Bonafè è appoggiata da tutti i maggiorenti toscani del partito, compresi l’ex segretario e vicesegretario Dario Parrini e Antonio Mazzeo. Nei prossimi giorni si capirà se anche i sostenitori di Gelli faranno campagna per lei, e non sono pochi: a partire dallo stesso Gelli, passando per l’assessore alla Sanità Stefania Saccardi, all’ex boschiano Marco Donati, fino ai consiglieri regionali Francesco Gazzetti e Monia Monni. Pur rimanendo la favorita, la vittoria finale dipenderà molto dal sostegno o meno di Gelli e dei suoi: l’ex deputato, infatti, in Toscana può contare su un ampio consenso soprattutto nel mondo del volontariato (è presidente del Cesvot) e della Sanità.

Fabiani, l’uomo di sinistra: “Ora chiedere scusa” – Contro di lei correrà l’esponente della sinistra Pd, Valerio Fabiani. Segretario della sezione Pd Val di Cornia-Elba, Fabiani è uno che non le ha mai risparmiate alla maggioranza renziana: “In questi anni abbiamo perso la stragrande maggioranza dei comuni che governavamo ininterrottamente dal Dopoguerra e tra due anni rischiamo di perdere anche la regione – dice al Ilfatto.it – Il partito in molte zone è ridotto ai minimi termini, in preda a bande organizzate intorno a capibastone locali e questo è responsabilità del gruppo dirigente che ha governato la Toscana in questi anni”. La proposta di Fabiani è quella di ripartire da zero, ovvero dal territorio: “Per prima cosa chiedere scusa – continua – in questi anni abbiamo fatto delle cose buone ma anche degli errori gravissimi che ci hanno allontanato dai settori della società che avevano più bisogno e questo spiega il voto contro di noi nelle periferie, tra i giovani e nel mondo del lavoro dipendente. Per questo dobbiamo ricostruire una comunità che sia in grado di recuperare quei voti”. Fabiani è sostenuto dall’area più di sinistra dentro il Pd che vorrebbe tornare ad una coalizione con i fuoriusciti di Leu come gli ex governatori Claudio Martini e Vannino Chiti e la consigliera regionale Alessandra Nardini.

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