In India l‘omosessualità non è più “reato contro natura”. Con una sentenza storica, la Corte Suprema ha cancellato l’articolo del codice penale che categorizzava così l’omosessualità. “Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile”, ha dichiarato il presidente del collegio Dipak Misra illustrando il verdetto. La sentenza arriva dopo anni di battaglie per la tutela dei diritti Lgbt: un’analoga decisione della Alta Corte di Delhi nel 2009 era stata cancellata dalla stessa Corte Suprema nel 2013. L’India, fa sapere l’Associazione internazionale delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali (Ilga) diviene così il 124esimo paese al mondo dove i rapporti omosessuali non sono o non sono più considerati reati penali.

L’articolo 377, risalente al periodo coloniale, stabiliva che l’omosessualità era punibile con il carcere a vita e classificava i rapporti tra persone dello stesso sesso come “rapporti contro l’ordine naturale”. Cinque giudici della Corte suprema lo scorso luglio hanno ascoltato varie testimonianze di persone omosessuali, tra cui varie celebrità, che denunciavano come l’articolo fosse contrario alla Costituzione. Il governo nazionalista indù di Narendra Modi, conservatore sui temi sociali, aveva scelto di non prendere una posizione sul tema.

“Era diventata un’arma per la persecuzione della comunità Lgbt“, ha continuato il giudice Misra. E in effetti, anche se l’articolo in questione sia stato raramente applicata per intero, ha contribuito a creare una cultura di paura e repressione all’interno della comunità Lgbt, che negli anni si è sempre battuta per il riconoscimento dei propri diritti. Un cambiamento nella legislazione che “crea uno spazio di libertà dove si può iniziare a fare giustizia”, ​​ha detto alla Cnn il professore di diritto presso la Jindal Global Law School e avvocato Lgbt Danish Sheikh. Un risultato raggiunto dopo anni di lotte e sentenze contraddittorie.

Nel 2009 l’Alta Corte di Delhi aveva sentenziato la violazione, da parte dell’articolo 377, dei diritti fondamentali di un cittadino omosessuale. Nel 2013 la Corte Suprema aveva annullato la sentenza, nonostante avesse efficacia solamente all’interno della regione di Delhi, a seguito di una petizione lanciata da una coalizione di gruppi cristiani, indù e musulmani.

 

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