Il Movimento 5 Stelle a Roma si spacca sul cosiddetto “ecopass” e ritira una delibera annunciata da mesi. Fra ieri e oggi l’Assemblea Capitolina avrebbe dovuto approvare le linee guida – dunque non un provvedimento specifico – sulla congestion charge immaginata dall’assessora alla Mobilità, Linda Meleo, e in particolare dal presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefano, per l’anello ferroviario di Roma, a riproporre parzialmente ciò che accade oggi con l’area C introdotta a Milano dall’ex sindaca Letizia Moratti. Solo che, a quanto si è potuto apprendere, una decina di consiglieri ha fatto fronda in maggioranza e si è opposta all’approvazione del provvedimento, costringendo il capogruppo pro-tempore, Giuliano Pacetti, a ritirare la delibera.

“Ritiriamo la delibera per portarla nelle prossime settimane – ha detto Pacetti – Vorrei però specificare che le voci di spaccature non hanno alcun fondamento di verità, il gruppo è compatto anche su questo argomento, che è presente all’interno delle nostre linee programmatiche così come nel programma con cui ci siamo presentati alla città”. In realtà, seppur a “microfoni spenti” le divergenze sul provvedimento sono state confermate un po’ da tutti, specie dai consiglieri provenienti dai quartieri periferici che non vedono di buon occhio l’introduzione di quella che i cittadini vedono come una “tassa” sull’automobile. “La modificheremo, anche con le opposizioni e la riproporremo, le difficoltà sono superabili”, confida uno dei collaboratori di Stefano e Meleo.

La bozza di delibera, in realtà, era piuttosto generica rispetto al reale funzionamento dell’ecopass. Nei giorni scorsi, Stefano aveva provato a integrarne il testo spiegando su Facebook la possibile applicazione a partire dal 2020. Il “pedaggio veicolare” avrebbe dovuto avere una serie di eccezioni, ovvero che “ogni veicolo avrà un numero di accessi gratuiti (tra i 50 e i 150) oltre i quali pagherà”, quindi saranno previste esenzioni per i mezzi meno inquinanti (ibiridi ed elettrici)”, “la misura entrerà in vigore quando diverse opere e progetti che stiamo portando avanti avranno visto la luce” e “le entrate derivanti dal provvedimento saranno completamente destinate al trasporto pubblico”.

Va detto che l’idea dell’ecopass nasce durante il mandato di Ignazio Marino, inserito – tale e quale a come descritto dal titolare della Commissione Mobilità – nel 2015 dall’ex assessore Guido Improta nel piano generale del traffico urbano, provvedimento approvato dall’allora maggioranza di centrosinistra. Pd che oggi invece esulta per la bocciatura. “Sconfitta follia dell’Ecopass, l’ennesima tassa che la Raggi avrebbe voluto infliggere ai romani”, ha detto il vicesegretario del Pd Lazio, Enzo Foschi, a cui fa eco il segretario romano, Andrea Casu: “Ha vinto Roma, ha vinto l’opposizione”. Molto più cauto, non a caso, il capogruppo dem, AntonGiulio Pelonzi: “Ora ci aspettiamo che venga messo in campo il percorso condiviso modello Milano che hanno annunciato, intanto esprimiamo soddisfazione perché non capita spesso che l’opposizione riesca a far cambiare idea alla maggioranza”. Esulta anche Roma Sceglie Roma: “Retromarcia è vittoria del buonsenso”. Da capire, ora, se l’idea sarà definitivamente accantonata oppure riproposta in “tempi migliori”.

L’Ecopass è nel nostro programma. Abbiamo ritirato il provvedimento per farne uno congiunto con l’opposizione che ha voluto contribuire – dice Virginia Raggi – È giusto che tutti contribuiscano. Ci sono argomenti che vanno discussi tra maggioranza e opposizione. Si vuole andare avanti a colpi di maggioranza o si vuole aprire dialogo? Siamo d’accordo con i consiglieri che vogliono ascoltare le opposizioni. L’Ecopass si farà quando arriveranno in città i nuovi bus e tram”.

I nuovi Re di Roma

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