Partito dal “Don’t be evil” e dal non volere pubblicità, fino a diventare il motore di ricerca più utilizzato al mondo: oggi, 4 settembre, Google compie vent’anni.

Così popolare da creare il neologismo “to google” – “googlare” –  il raggio d’azione della società si è allargato a più settori: dalla gestione degli annunci pubblicitari all’editoria, dalle mappe ai video con YouTube, dai programmi per navigare con Chrome, al sistema operativo per dispositivi mobili Android che ha tagliato il traguardo dei 2 miliardi di cellulari e tablet attivati nel mondo. E in questi vent’anni non sono mancate neanche le beghe politiche: passando dalla maxi multa dell’Ue al caso Russiagate, fino alle recenti critiche del presidente statunitense Donald Trump.

Era il 1995 quando Larry Page e Sergey Brin, entrambi dottorandi alla Stanford University, in California, avviarono un progetto di ricerca orientato alla comprensione dei modelli matematici e della struttura di link del web, ma la società Google Inc. è nata ufficialmente tre anni dopo, il 4 settembre del 1998. Oggi è un colosso dell’informatica, ma ai progressi tecnologici si sono affiancate negli anni diverse polemiche. L’ultima, la più recente, riguarda la privacy e un accordo con Mastercard per uno scambio di dati. Ma non solo.

Poco più di un mese fa l’Unione Europea ha sanzionato per 4,3 miliardi di euro  la società per aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo Android: la multa è la più alta mai comminata ad un’azienda ed è quasi il doppio di quella inflittagli nel 2017, sempre dall’Europa, per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor.

Ma le polemiche più grosse arrivano dal versante statunitense. Prima il Washington Post ha rivelato che la Russia avrebbe utilizzato anche YouTube e Gmail per interferire sulle elezioni americane del 2016 e poi, più di recente, il presidente Trump ha accusato il motore ricerca di essere “truccato” e di mostrare notizie che lo riguardano solo da “fake news”. “Non abbiamo pregiudizi nei confronti di nessuna ideologia politica”, si è difesa Google spiegando poi il funzionamento del motore di ricerca. Ma l’amministrazione Trump “sta valutando se Google debba essere regolata dal governo“, riportano i media americani.

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