Le porte “non sono state chiuse” e c’è “la volontà di trovare una soluzione equa” al problema occupazionale senza perdere di vista “la sostenibilità del conto economico dell’azienda”. Nelle ore che precedono la risposta dell’Avvocatura dello Stato ai quesiti posti dal ministero dello Sviluppo Economico, ArcelorMittal lascia filtrare la disponibilità a fare un passo avanti nella querelle legata alla riassunzione dei dipendenti Ilva, qualora dovesse prendere possesso degli stabilimenti.

“Numeri non ce ne sono”, specificano dal colosso anglo-indiano, ma la volontà è quella di “trovare per ciascun lavoratore una soluzione equa, efficiente ed efficace al problema occupazionale”. Per questo gli incontri con il ministero “sono continuati nei giorni scorsi a livello tecnico e legale”. Uno spiraglio, subito accolto “favorevolmente” dal segretario generale dei metalmeccanici della Uil, Rocco Palombella, pur specificando che i sindacati sono “per trovare una soluzione che dia la possibilità a tutti i 14mila lavoratori di avere una soluzione occupazionale che non sia transitoria, ma duratura“.

L’apertura di Arcelor arriva nelle ore in cui è attesa la risposta dell’Avvocatura dello Stato ai quesiti posti da Luigi Di Maio, che vertono attorno alla “sussistenza di ragioni di interesse pubblico” che possano portare a un “eventuale annullamento d’ufficio” della gara per l’assegnazione. Il parere, secondo quanto apprende Ilfattoquotidiano.it, è stato co-assegnato a un avvocato generale e a un giovane procuratore e la risposta dovrebbe arrivare al massimo entro la giornata di lunedì.

“Un parere difficile, lungo e articolato”, lo definiscono a Ilfatto.it fonti vicine al dossier che sta richiedendo un lavoro particolarmente intenso visti i tempi stretti e la delicatezza dei quesiti giunti dal Mise. Dalla risposta che giungerà dagli uffici dell’ex convento di Sant’Agostino dipenderanno le future mosse di Di Maio: se dall’Avvocatura dovesse giungere un semaforo rosso alla possibilità di annullamento della gara, il ministro dovrà tornare a fare sintesi tra gli interessi in ballo.

Con il fronte occupazionale che è certamente tra i più caldi visto che, almeno fino all’ultima apertura di ArcelorMittal, quello tra azienda e sindacati più che un confronto è stato un muro contro muro per oltre un anno. “Noi abbiamo sempre sostenuto che 4mila esuberi sono insopportabili – ha ricordato ancora una volta Palombella dopo le indiscrezioni filtrate dal gruppo anglo-indiano – e che non siamo nelle condizioni di trovate alcun accordo a fronte di questa quantità di esuberi. Lo abbiamo detto al governo precedente, lo confermiamo anche a questo governo e a questo ministro”.

Aggiornato da redazione web il 13 agosto alle 13.05

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