L’ente nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) ha chiuso il bilancio consuntivo del 2017 con un avanzo di 1 miliardo e 630 milioni. “Troppo” secondo il presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’istituto Giovanni Luciano, secondo cui ”sarebbe meglio avere minore positività economica ma migliori prestazioni e migliori rendite per gli infortunati”.

Luciano, che presiede l’organismo di controllo dell’istituto in cui siedono rappresentanti dei sindacati e dei datori di lavoro, propone anche di ridurre le tariffe per i datori di lavoro. E aggiunge che occorrono “più sostegno alla formazione e alla ricerca per la prevenzione, più riduzione del costo del lavoro per le imprese (tariffe) e la possibilità concreta di realizzare gli investimenti che sono assegnati all’Inail”. “Bisogna pensare – conclude Luciano – ad una diversa politica di bilancio per un Istituto che ha grandi possibilità e capacità ma che spesso non è messo nelle condizioni di realizzarle al meglio, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini”.

Il numero di dicembre di FqMillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, ha raccontato come i contributi gonfiati richiesti alle aziende dall’Inail abbiano generato un malloppo da 32 miliardi depositato sui conti del Tesoro e utilizzato per coprire spese correnti. L’Associazione per la tutela delle attività economiche sta lavorando a una class action per recuperare il maltolto.

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