“Non posso non andare nei luoghi dove c’è la maggiore sofferenza. Per le persone definite ‘ultime’ nel Paese io ci sarò sempre. Tenderò sempre la mano a tutti, perché nella mia vita mi è stata sempre tesa una mano quando sono stato in difficoltà”. Così, durante la cerimonia del Ventaglio, il presidente della Camera, Roberto Fico, si pronuncia sul suo mandato, in riferimento al problema dei più deboli e degli “ultimi”. “Io sono la terza carica dello Stato” – continua, definendosi ‘presidente combattente’ – “e lo Stato deve andare nei territori abbandonati rispetto agli ultimi del Paese, rispetto a chi soffre. Per me sono fondamentali i concetti di solidarietà attiva, di ascolto, di comprensione, di dialogo, di cooperazione, che sono la base per fare una politica di pace. E io non smetterò mai di perseguire questa politica. Questo per me significa essere presidente istituzionale e politico”. Fico si esprime anche sulla tragedia dei migranti: “Il salvataggio delle vite in mare è un atto fondamentale e importate dal quale l’Italia non si è mai tirata indietro e mai lo farà. Apprezzo le parole del ministro Toninelli che ha detto che in mare non esistono razza, religione e colore della pelle. Le vite in mare vanno sempre e comunque salvate“. E aggiunge: “Non c’è dubbio che l’Italia sia stata lasciata sola. Da molto tempo si chiede un aiuto e una politica europea chiara. Si deve essere duri con l’Europa, dicendo che l’Italia è un Paese Ue e non va lasciato solo. Altrimenti così l’Europa non ha senso. Non ha senso la solidarietà a correnti alternate”

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