Ai domiciliari dal 2010 senza che fosse formalizzata alcuna accusa, Liu Xia, vedova del dissidente cinese Liu Xiaobo, ha lasciato la Cina. Dopo il via libera alla partenza dalle autorità di Pechino –  per due volte già negato all’ultimo momento – la donna ha preso questa mattina un volo per Berlino. “Ha lasciato il Paese per cure mediche, di sua volontà” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo di non avere ulteriori dettagli. Hua ha anche smentito che la decisione non è legata alla visita ufficiale del Primo Ministro Li Keqiang a Berlino, in programma questa settimana.

“E’ più facile morire che vivere”, aveva detto a inizio maggio Liu Xia in una telefonata all’amico Liao Yiwu, che aveva poi denunciato lo stato di salute della poetessa e artista cinese su ChinaChange.org, sito che si batte per la tutela dei diritti civili. Le condizioni di salute della donna erano infatti peggiorate sotto il profilo fisico e psichico – soffriva di depressione – a causa dell’isolamento e della stretta sorveglianza a cui era sottoposta da quando suo marito aveva ricevuto il Nobel per la pace. Liu Xiaobo è morto un anno fa, mentre scontava una condanna a 11 anni di carcere per “incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato”, per aver ispirato la “Charter 08”, il piano di riforme e la fine del partito comunista unico. La morte dell’uomo ha ulteriormente aggravato la malattia della donna che si dichiarò pronta a lasciarsi morire per protesta. La gravità della situazione aveva spinto di recente l’Onu a sollecitare la Cina.

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