Nel 2018 Liberi e Uguali diventerà un partito vero e proprio. Lo ha deciso l’Assemblea nazionale della lista che ha sostenuto Pietro Grasso come candidato premier alle politiche del 4 marzo scorso. La proposta di fare diventare partito il “cartello” elettorale nato a sinistra del Pd è arrivata proprio dal presidente del Senato nella sua relazione d’apertura. Sulla road map non c’era però l’accordo tra i dirigenti delle tre forze che avevano dato vita al contenitore elettorale, cioè Sinistra Italiana, Mdp e Possibile. Anzi il gruppo fondato da Giuseppe Civati è contrario alla creazione di un partito: pur non aderendo, però, non bloccherà il percorso tracciato da Grasso.

Nel suo intervento l’ex numero uno di Palazzo Madama ha ricordato la “cocente sconfitta” alle elezioni, e non ha nascosto gli errori commessi, a partire dalle liste di Leu: “Le rose di nomi” inviate dai territori “sono appassite sul tavolo nazionale” dove hanno prevalso “il manuale Cencelli” e le pluricandidature per garantire l’elezione ai big. “Ho taciuto in queste settimane generando alcuni malumori. Forse anche altri avrebbero fatto bene a parlare un pò meno, a non annunciare troppo presto il fallimento del nostro progetto e l’irresistibile voglia di tornare nel Pd, ma non sono qui per fare polemiche”, ha detto l’ex procuratore nazionale Antimafia riferendosi chiaramente alle esternazioni di Enrico Rossi. “Nonostante tutto – ha aggiunto – la mia unica certezza è che non esista per noi altro futuro che costruire Liberi e Uguali. L’alternativa sarebbe ridicola: la scissione dell’atomo, quel scindetevi e moltiplicatevi tipico della sinistra”.

La mozione Grasso prevede l’inizio di una prima fase utile per redigere il manifesto del partito. Quindi, entro l’anno, sarà varato il primo congresso. Hanno aderito alla proposta tutti i leader, da Roberto Speranza – il primo ad annunciare su twitter la nascita del partito – a Nicola Fratoianni, che ha lanciato il primo appuntamento: “Se vogliamo dare un senso a questa nostra impresa basta parlare di politica, bisogna praticarla ed essere presenti nel Paese con le nostre battaglie. Propongo a Liberi e Uguali di organizzare il 17 giugno, in mille piazze italiane, una grande mobilitazione contro la tragedia dei morti sul lavoro“.

Contrario alla trasformazione in partito della lista di Leu è invece Possibile, che però non bloccherà il percorso. “Quello che avevamo promesso con Liberi e Uguali non lo abbiamo mantenuto. Le abbiamo sbagliate tutte, mentre l’entusiasmo stava venendo meno, e il 4 marzo è stato un disastro. E ora noi non ci stiamo a cristallizzare gli errori in un partito. Senza che nessuno si sia messo in discussione, tranne Giuseppe Civati che si è dimesso da segretario di Possibile. La soluzione non è fare un partito“, ha detto la segretaria Beatrice Brignone, annunciando la mancata adesione del suo gruppo.

Certo anche tra chi ha sostenuto la mozione di Grazzo non mancano profonde differenze, come ha ricordato lo stesso Fratoianni. “Serve affrontare a viso aperto i nodi e i temi che ci dividono. Penso ad esempio a quando in campagna elettorale non siamo stati capaci di dire che la legge Fornero deve essere abolita, perché non eravamo tutti d’accordo in Leu”, ha detto l’esponente di Sinistra Italiana. Federico Fornaro, invece, ha fatto un altro esempio: quello dell’europeismo suo e di altri che si scontra con il sovranismo di Stefano Fassina. “La consapevolezza delle difficoltà presenti – ha detto- ci deve far comprendere il bisogno di un partito, plurale sui territori, che riporti la sinistra a essere competitiva”. Fassina, invece, ha lanciato un appello al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “Caro Luigi, unisciti a noi. LeU avvia un processo costituente, aperto, libero, sovrano. Vieni anche tu”, ha detto dal palco. Si vedrà.

La prima fase, quella della definizione del manifesto di Leu, è infatti aperta a chiunque vorrà aderire al nuovo progetto. Fino ad ora, ha sottolineato Grasso, chi voleva entraere a far parte di Liberi e uguali non poteva, trattandosi di una associazione tra Sinistra italiana, Mdp e Possibile. Chiusa questa fase, a settembre, inizierà quella congressuale con il nuovo organigramma da definire entro l’anno.

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