“Sono innocente. Non potevo sapere la provenienza di quei soldi, mi sono comportato come hanno fatto molti altri”. E’ l’autodifesa di Oliver Camponovo, fiduciario di Chiasso, condannato in prima istanza per riciclaggio nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Canton Ticino. Ma è davvero possibile riciclare milioni di franchi, provenienti dal narcotraffico, di un potente clan mafioso senza rendersi conto di chi siano i propri clienti? E davvero in Ticino “molti altri” operatori finanziari si comportano così?

E’ il tema di un’inchiesta di Falò, la trasmissione di inchiesta della Tv svizzera italiana, in onda questa sera, giovedì 17 maggio, su Rsi La1 alle 21,10 e poi visibile sul web, a cui Camponovo ha concesso un’intervista esclusiva. L’inchiesta di Maria Roselli e Marco Tagliabue, intitolata “Bella Gente”, ricostruisce una delle più importanti indagini contro il crimine organizzato mai arrivate a giudizio in Svizzera, attraverso documenti, testimonianze e soprattutto il racconto del protagonista della vicenda. A discuterne in studio due avvocati: Edy Salmina, rappresentante del fiduciario ticinese, e Marco Bertoli, già procuratore e alto funzionario di banca, oggi responsabile della sorveglianza sui fiduciari.

Il caso parte da un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, denominata Rinnovamento, che nel 2014 aveva evidenziato fra l’altro l’interesse dei clan reggini per gli affari all’interno dello stadio Meazza.

 

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