Su di lui continuano a piovere accuse sempre più pesanti, ma Innocent Oseghale continua a negare: “Non ho ucciso io Pamela e tantomeno l’ho fatta a pezzi” dice nuovamente interrogato il pusher nigeriano dopo aver ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare per omicidio. Il 29enne, secondo quanto riportato dal suo legale Simone Matraxia, respinge davanti al gip l’accusa di omicidio volontario, e aggiunge che la notte della morte di Pamela si è allontanato dal suo appartamento, in Via Spalato 124, a Macerata, lasciando soli Desmond Lucky e la diciottenne. “Lei aveva assunto eroina e stava male, aveva gli occhi all’insù”, dice Oseghale, aggiungendo di aver lasciato la casa per consegnare della droga, dopo che Desmond Lucky lo aveva traquillizzato sulle condizioni della ragazza. Il nigeriano è accusato dalla procura di aver abusato anche della 18enne romana, che era fuggita da una comunità di recupero, quando sotto l’effetto dell’eroina non sarebbe stata capace di opporsi.

L’uomo invece sostiene tutta un’altra storia: “Quando sono tornato a casa – prosegue – la ragazza era morta, era stata fatta a pezzi e il suo corpo era chiuso nei due trolley”. Una versione che non è ritenuta credibile dagli inquirenti, secondo i quali la ragazza sarebbe stata condotta da Oseghale nel suo appartamento e lì avrebbe consumato l’eroina procuratagli dal pusher, prima di essere stuprata, uccisa e fatta a pezzi dall’uomo. Restano in carcere, ad Ancona, il ventiduenne Lucky Desmond e il ventisettenne Awelima Lucky, indagati con Oseghale per omicidio in concorso, e tra i tre nigeriani prosegue, a distanza, lo scambio di accuse. Chi indaga è convinto che i tre fossero, insieme, nella casa degli orrori e che insieme abbiano agito, dopo l’omicidio, per disfarsi del corpo della ragazza. Questa mattina la salma di Pamela è stata portata da Macerata a Roma, dove sabato alle 11 verranno celebrati i funerali nella parrocchia di Ognissanti, a San Giovanni. Prima del rito funebre, dalle 9.30 alle 10.30, si terrà nella chiesa la camera ardente. Il Comune di Roma e il Comune di Macerata hanno dichiarato il lutto cittadino.

Tra i tanti fiori portati personalmente dagli abitanti di Macerata all’obitorio per Pamela Mastropietro, c’era anche un mazzo di fiori inviato, tramite il fratello, da Luca Traini, l’autore del raid a colpi di pistola contro persone di colore per vendicare la 18enne, Traini è rinchiuso nel carcere di Montacuto ad Ancona: il suo processo dovrebbe cominciare il 9 maggio. Per un ultimo saluto si è avvicinato anche il tassista peruviano che aveva accompagnato in aula la ragazza dalla stazione ferroviaria ai giardini Diaz, dove poi avrebbe incontrato Oseghale.

Articolo Precedente

Morti in corsia, procura di Busto Arsizio indaga su un nuovo caso sospetto

next
Articolo Successivo

Sanità in Campania, lo “spoils system” degli uomini di De Luca: “Commissario, non fare nomine: abbiamo vinto noi”

next