Italia in Comune diventa un partito. Finita la fase costituente, ora l’obiettivo sono già le prossime elezioni. Nel frattempo si tesse la rete sul territorio e si costruisce un organigramma. Il presidente sarà il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, al secondo mandato dopo essere stato eletto per la prima volta con il M5s. Ma a dare corpo a Italia in Comune ci sono oltre 400 amministratori di varia formazione. Alessio Pascucci, primo cittadino di Cerveteri, che a capo di una lista “arancione” ha battuto i partiti di centrosinistra, sarà coordinatore nazionale del partito. O come Damiano Coletta, che di Italia in Comune sarà vicepresidente: anche lui è un indipendente di centrosinistra ed è il primo sindaco di Latina che non è né di destra né di centrodestra. Dei quadri dirigenti farà parte anche Rosa Capuozzo, un’altra ex grillina, sindaca di Quarto, che di Italia in Comune sarà tesoriera.

La prossima tappa sarà l’assemblea fissata in autunno: il percorso precongressuale inizierà a maggio con un tour di presentazione del partito in tutte le regioni, al fine di unire i sindaci, le liste civiche e tutti i cittadini che si riconoscono nella carta dei valori di Italia in Comune e di dare avvio alla campagna di adesione ed iscrizione al partito. “Siamo aperti a tutti, non importa da dove vengono” aveva spiegato Pizzarotti alcune settimane fa a ilfatto.it. La prima tappa del tour è prevista in Emilia Romagna, a Parma, per poi proseguire nel Lazio. A metà maggio saranno presentati statuto, carta dei valori e simbolo.

Per Pizzarotti con Italia in Comune nasce “un’idea: portare l’esperienza e l’approccio concreto dei sindaci nel panorama politico nazionale”. Per il coordinatore nazionale Pascucci è “una risposta a tutti i cittadini e per proporre un modello diverso da quello degli attuali schieramenti politici. Un partito che nasce dai territori e punta a mettere al centro le persone e le comunità, convinti che la politica sia l’arte di coniugare la visione ideale con il mondo del realizzabile”.

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