Diabete, problemi di cuore, invalidità e una pensione di meno di 600 euro al mese. Paola ha 74 anni e pochi giorni fa, il 7 marzo, è stata sgomberata dalla casa che occupava nel quartiere di San Basilio, borgata di case popolari nella periferia nord-est di Roma. Al momento dello sgombero è stata ricoverata all’ospedale Sandro Pertini. Potrebbero dimetterla domani, e lei non sa dove andare. Racconta di addormentarsi “con una radiolina”. “Se arriva il silenzio, sento i colpi e i pugni sulla porta, le martellate”.

Ora al suo posto c’è, dice il Campidoglio, “una madre con tre bambini in emergenza abitativa legittimamente in graduatoria”. “È una guerra tra poveri”, commenta dal sindacato Asia Usb Federico Giglio. “Quest’amministrazione sta facendo il gioco delle tre carte: dicono che devono sgomberare 9mila irregolari, e al loro posto ne metteranno altre 9mila. Quindi ci saranno sempre 9mila persone per strada”.

Gli Assessorati di Roma Capitale alla Persona, Scuola e Comunità Solidale e al Patrimonio e Politiche Abitative spiegano in una nota di seguire “con attenzione l’evolversi della situazione”. La Sala Operativa Sociale, si legge, “si è subito attivata per garantire supporto alla signora, recandosi prontamente sul posto. Gli operatori sociali di Roma Capitale sono in stretto contatto con la struttura ospedaliera in cui si trova la signora, al fine di acquisire aggiornamenti in tempo reale e organizzarne la presa in carico”. L’operazione “è stata disposta dalla Procura della Repubblica e vede la signora denunciata per violazione dei sigilli”. Ma la soluzione proposta, dice Paola, non è chiara.

L’assessorato alla Persona di Roma Capitale spiega a ilfattoquotidiano.it che nella mattinata di lunedì è previsto un colloquio con gli assistenti sociali della Sos, e che “la prospettiva è quella di trovare per Paola una soluzione definitiva e che tenga conto del suo quadro clinico” (un dormitorio, ad esempio, da cui uscire durante il giorno non sarebbe compatibile).
Il giorno dello sgombero, un centinaio di persone sono scese per le strade di San Basilio a protestare. “Paola aveva tutto qui”, spiega sempre dall’Associazione Inquilini e abitanti Pino Palermo. “Noi abitanti di San Basilio siamo sempre etichettati come delinquenti. Questo viene descritto come un posto dove si spaccia e basta, ma non è così”. E la solidarietà all’anziana passava anche dal Centro Popolare di San Basilio. “È il segnale che qui c’è una comunità – dice Davide Angelilli -. San Basilio non è solo degrado. In questo centro popolare, ad esempio, recuperato dall’abbandono grazie all’impegno degli abitanti, alcuni studenti e studentesse di questa e altre periferie hanno fatto partire un progetto contro la dispersione scolastica con un doposcuola. Abbiamo 20/30 bambini”. In totale autogestione. “È dal 1988 che nulla o quasi è stato fatto a livello di manutenzione a San Basilio”, conclude Pino Palermo. “Edifici scrostati, fogne che non funzionano, alberi che cadono. Le istituzioni sono completamente assenti, e il caso di Paola – che non è l’unica, in questa zona – lo dimostra”.
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