Secondo molti sondaggi in circolazione Potere al Popolo andrà ben oltre la soglia del tre per cento e potrà quindi schierare nel prossimo Parlamento una combattiva e decisiva pattuglia di rappresentanti del popolo italiano. Questo nonostante un costante boicottaggio da parte dei mezzi di comunicazione di massa, con poche eccezioni. Il punto tuttavia non è questo. Se anche fosse stato certo il contrario e cioè che Potere al popolo fosse destinato a non superare il quorum, io lo avrei ugualmente votato e con me molte e molti altri.

Va detto, infatti, a tale proposito che una delle radici dell’attuale pesantissima crisi di prospettive della società italiana è l’abitudine a scegliere il meno peggio, a turarsi il naso, a baciare rospi e a prestare omaggi al potere, nella folle speranza che quest’ultimo, in qualche modo, ricambi i favori. Nulla di più folle, in effetti. E l’amara esperienza compiuta in tutti questi anni lo dimostra in pieno.

Di rospo in rospo, infatti, si è tollerato lo smantellamento dello Stato sociale e delle garanzie dei diritti del lavoro, spianando la strada alla demagogia della Lega Nord e delle organizzazioni nazifasciste che additano oggi il bersaglio dei migranti, occultando le responsabilità decisive della classe dominante italiana e di un ceto politico deteriore che si è sempre piegato e continuerà a piegarsi ai diktat dei poteri forti nazionali e internazionali. Di rospo in rospo si è mancato di esercitare una fondamentale funzione pedagogica nei confronti delle giovani generazioni che sono le vittime principali dell’attuale situazione stagnante e insopportabile che viviamo.

Ma non tutto è perduto, come dimostra la persistente presenza di una coscienza antifascista e di classe tra i giovani e di settori del mondo del lavoro tra i quali proprio i migranti acquistano, com’è logico che sia, una posizione di crescente importanza. Rafforzare queste tendenze di opposizione sociale e politica strategica costituisce oggi il compito prioritario e solo il voto a Potere al Popolo va in tale direzione.

La funzione di PaP, già oggi indispensabile, lo diverrà ancora di più anche all’indomani del voto di oggi. E’ infatti prevedibile la continuazione anzi l’aggravamento dell’attuale situazione di pericoloso stallo rispetto alla quale è del tutto illusorio ritenere che una soluzione possa venire dalle forze che sono responsabili dello sfacelo in corso, in primo luogo Pd e destre fasciomafiose variamente assortite. E’ probabile che il Movimento Cinque Stelle risulti il partito maggiormente votato e quindi la prassi costituzionalmente corretta vorrebbe che Sergio Mattarella conferisse a tale partito il mandato di costituire un governo. Ma è lecito dubitare che lo faccia e anche se lo facesse è altrettanto lecito dubitare delle virtù innovatrici di Di Maio e C. Ad ogni modo Costituzione vorrebbe che gli venisse data una chance. Più probabile però che Mattarella sia sin d’ora pronto a dare il via all’ennesima ammucchiata bipartisan con Gentiloni e/o Tajani, o magari la rediviva donna per tutte le stagioni Emma Bonino, in veste di polene eurocomandate.

In entrambi i casi, sia che ci sia un tentativo pentastellato che la riconferma della palude renzusconiana, sarà decisivo il ruolo di una forza effettivamente di sinistra che adotti un punto di vista effettivamente e coerente alternativo alle fallimentari dottrine neoliberiste, punto di vista che manca oramai da oltre trent’anni nel dibattito pubblico, e si faccia interprete delle proposte che provengono dalla società come le leggi di iniziativa popolare recentemente presentate contro il pareggio di bilancio, per la scuola e in materia elettorale. Tutti i governi che si sono succeduti da molti anni a questa parte hanno fatto a gara per regalare soldi ai padroni mediante prebende varie o la costruzione di grandi opere inutili come il Tav, oggi dichiarato tale ma che grottescamente si vuole continuare a finanziare e costruire. Gli stranieri vanno bene se sono miliardari come l’egiziano Sawiris (20 milioni di euro dallo Stato italiano per cassa integrazione), se invece sono poveri cristi il “progetto” bipartisan delle forze dominanti è favorire i campi di concentramento, possibilmente in Libia o Turchia, ed avversare in ogni modo gli esperimenti vincenti di integrazione, come quello di Riace oggi in pericolo per colpa di una burocrazia cieca e balorda. Tutti i governi da molti a questa pare hanno ignorato la volontà del popolo espressa in referendum come quelli per l’acqua pubblica e contro le deturpazioni costituzionali proposte da Renzi & C.

E’ ora di finirla e di cambiare clima: votare e rafforzare Potere al Popolo come ci spiega in questo ironico video il candidato alla Camera Cesare Antetomaso, giurista democratico e avvocato protagonista di numerose battaglie democratiche e di classe, costituisce una scelta essenziale e irrinunciabile per far tornare il beltempo nella politica italiana. Accettiamo la sfida e non perdiamo l’occasione!

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