“Chiediamo rispetto reciproco tra scienza e politica, che mai dovrebbero essere fazioni contrapposte: è dall’imprescindibile alleanza tra queste che dipendono la salute e lo sviluppo economico e sociale del Paese”. Inizia così la lettera aperta firmata da 40 ricercatori che hanno lanciato il loro appello alla politica affinché si possano riallineare le rispettive posizioni. Alla luce del dibattito di queste settimane di campagna elettorale su tematiche come vaccini e libertà di cura, alcuni tra i più importanti scienziati e ricercatori italiani hanno deciso di intervenire per chiedere maggiore sintonia e collaborazione sulle questioni di attualità riguardano l’ambito scientifico.

Il documento porta come prima firma quella di Walter Ricciardi, presiedente dell’Istituto superiore di sanità, che ha pubblicato il testo integrale dell’appello sulla sua pagina Facebook.

“In un mondo ideale nessun politico dovrebbe prendere decisioni senza essere informato dagli scienziati su temi di volta in volta specifici”, è scritto con una velata polemica nei confronti di quanti, da Salvini a Di Maio, contestano l’utilità di rendere obbligatorie 10 vaccinazioni. Gli scienziati, tuttavia, si legge nella lettera aperta, “sono chiamati ad ottemperare ad un confronto continuo con i politici, non solo per metterli al corrente delle innovazioni e degli aggiornamenti scientifici, ma ancora di più per far comprendere il metodo e i passaggi logici che a tali risultati innovativi hanno portato”.

E, per facilitare il dialogo, medici e ricercatori propongono il modello americano della “National Academy of Sciences“, che ogni anno pubblica oltre 200 rapporti, ideati sia per trasmettere al grande pubblico i pareri degli scienziati sui temi di grande interesse per i cittadini, che per permettere ai politici di legiferare tenendo conto delle conoscenze disponibili. Magari consentendo a politici e ricercatori “di creare reti comuni e fidarsi l’uno dell’altro”. Ma per gli scienziati italiani “siamo ancora molto indietro“.

“Evitare che scienza e politica diano vita a un dialogo tra sordi sembrerebbe semplice, ma nella pratica non è così”, si legge. Anche se per il “gruppo dei 40” due esempi “di forte dialogo tra politica e scienza”, capaci di generare altrettanti “grandi interventi di sanità pubblica” ci sono stati: “Lo stop al finanziamento statale a Stamina“, avvenuto “ben prima che i Tribunali dicessero chiaramente che quella sperimentazione era un clamoroso falso“. Poi, di recente, la legge sull’obbligatorietà dei vaccini. “Un intervento di sanità pubblica che ha messo in sicurezza i piccoli italiani e creato un modello che ha ispirato molti modelli occidentali” sostengono i firmatari riprendendo la posizione già espressa dalla Consulta.

Tra i 40 firmatari del manifesto ci sono – tra gli altri – il farmacologo Silvio Garattini, il genetista Bruno Dallapiccola, il nefrologo Giuseppe Remuzzi, Ruggero De Maria, direttore dell’Istituto di patologia generale dell’Università Cattolica, Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria. E presto arriveranno altri firmatari, “tra i quali spero la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo“, dice il presidente dell’Iss.

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