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Elezioni 2018, D’Alema: “Non criminalizzo M5s. Più grave deriva neofascista della Lega”. Salvini: “Beve tanto vino”

Intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz'ora il leader di Liberi e Uguali non chiude ai pentastellati a avverte sulle svolte a destra del Carroccio. Il leader leghista: "A casa queste mummie che hanno distrutto l’Italia"
Elezioni 2018, D’Alema: “Non criminalizzo M5s. Più grave deriva neofascista della Lega”. Salvini: “Beve tanto vino”
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Il Movimento 5 stelle? “La deriva neofascista della Lega è molto più preoccupante“. Parola di Massimo D’Alema, il leader di Liberi e Uguali che intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz’ora con un sola frase riesce ad aprire ai pentastellati e ad accusare di deriva fascista il partito guidato da Matteo Salvini. “Noi abbiamo delle discriminanti programmatiche e su questa base giudicheremo le forze politiche. Non partecipo alla criminalizzazione del M5s, primo perché non criminalizzo nessuno, secondo perché la deriva neofascista delle Lega è molto più preoccupante dei 5 Stelle”, ha detto l’ex presidente del consiglio. Scatenando la replica del leader del Carroccio.  “D’Alema è preoccupato per la deriva neofascista della Lega. Oltre a produrre vino, forse ne beve tanto. A casa queste mummie che hanno distrutto l’Italia”, sono le parole di Salvini.

Su un’ipotetica intesta tra Liberi e Uguali e i pentastellati, D’Alema ha poi aggiunto: “Quando ho fatto la mia proposta sul governo del presidente, l’ho fatta anche per tagliare la strada a tutto questo dibattito sterile sulle alleanze. Riconosco le ragioni di chi li vota ma è chiaro che noi a quegli elettori vogliamo offrire un’alternativa”. Sui rapporti col Pd, invece, l’ex segretario dei Ds ha ripetuto che “il ragionamento secondo cui noi sottraiamo voti al Pd non ha nessun fondamento. Un pezzo dell’elettorale di centrosinistra, piuttosto che votare Pd preferisce non andare a votare e noi vogliamo riportare in campo quegli elettori . Non siamo noi quelli che hanno diviso, perché quel popolo era già stato diviso. L’ossessione del Pd con cui si è aperta questa campagna elettorale non è ‘battiamo la destrà ma ‘schiacciamo Liberi e Ugualì”.

L’ex premier, però, non si è detto contento “del fatto che in Lombardia non si sia trovato un modo per fare un accordo. Ma nel Lazio Zingaretti e il suo programma con un’attenzione alla sinistra hanno facilitato un’intesa che in Lombardia i nostri militanti lombardi non hanno ritenuto possibile. Tra l’altro la candidatura di Gori è stata imposta, senza le primarie e ha creato un clima non positivo”. Quindi D’Alema ha commentato l’ipotesi di un “governo Gentiloni dopo Gentiloni. Dipenderà dagli italiani, dal risultato elettorale. Se il Pd vince le elezioni sarà Matteo Renzi a guidare il governo, ma c’è un pò di confusione dentro quel partito. In ogni caso la devono sciogliere loro”. E sulla sua candidatura in Puglia, regione governata da Michele Emiliano, il leader di Leu ha spiegato: “Noi lo sosteniamo e soprattutto io non torno nel Salento per far la guerra contro qualcuno. Vorrei fare una campagna elettorale serena. Gli anni passano e uno matura…”.

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