Niente presidente della Lega. Ma niente commissariamento del calcio italiano: Giovanni Malagò aveva annunciato in pompa magna che in caso di mancata elezione dei vertici della Lega entro l’11 dicembre, il Coni sarebbe intervenuto. Invece per la seconda volta consecutiva dovrà constatare che i presupposti legali per commissariare la Figc proprio non ci sono. Sabato il consiglio federale voterà la proroga del mandato di Carlo Tavecchio, e lui non ci potrà fare nulla.

Eppure i presidenti della Serie A stanno facendo di tutto per complicarsi la vita. Dopo sette mesi di commissariamento, e uno ulteriore di proroga, ancora non riescono a mettersi d’accordo: da una parte il blocco delle big (capeggiato da Juventus e Roma), che ammicca al Coni e al ministro dello Sport, Luca Lotti; dall’altra l’inarrestabile Claudio Lotito che vuole continuare a comandare la Confindustria del pallone attraverso suoi uomini di fiducia, e non vede l’ora di tornare in consiglio federale. Nelle ultime due settimane sono stati bruciati i nomi più disparati: l’ex capo della Consob, Giuseppe Vegas, il numero uno della Lega Pro, Gabriele Gravina, gli avvocati Simonelli e Nicoletti, da ultimo anche l’ex guida dell’Antitrust, Antonio Catricalà. Impossibile trovare un’intesa. Così anche la scelta dell’amministratore delegato, figura ben più importante del presidente con il nuovo statuto, resta in stand-by: in corsa l’egiziano Sami Kahale di Procter & Gamble e l’ad di Infront, Luigi De Servio.

Lo stallo prolungato, però, non basta a giustificare l’intervento del Comitato olimpico. Malagò aveva già annunciato la sua intenzione di commissariare il mondo del pallone a caldo, subito dopo le dimissioni dalla Figc di Carlo Tavecchio; e poi di nuovo a mente fredda, nella conferenza stampa del 22 novembre. “Ora ho le mani legate, ma ci siamo già informati e se la Lega non eleggerà il presidente entro l’11 dicembre le condizioni legali ci saranno”, aveva assicurato a ilfattoquotidiano.it. Non è così invece: per la seconda volta di fila le regole sembrano dargli torto. Lo statuto prevede il commissariamento solo in caso di “constatata impossibilità di funzionamento degli organi direttivi”. Ma il consiglio federale della Figc, l’unico organo su cui il Coni ha competenza, funziona benissimo anche in mancanza dei membri della Serie A. Tant’è vero che ha già indetto per il 29 gennaio le elezioni per scegliere il sostituto di Tavecchio.

I presidenti lo sanno e si sentono inattaccabili. Nella riunione decisiva di oggi, l’ultima prima della scadenza, non hanno partorito neppure una votazione. Solo la richiesta unanime di prorogare il commissariamento di Tavecchio (presidente dimissionario in Figc, eppure reggente in Lega calcio), che sarà approvata sabato dal consiglio federale (da decidere fino a quando). E a Malagò non resta che incassare: potrebbe sempre decidere di procedere comunque con un atto di forza, ma chi gli è vicino lo sconsiglia di farlo, il rischio di perdere in tribunale è troppo alto. Il suo sogno di mettere le mani sul pallone è destinato a rimanere tale, almeno per il momento.

Twitter: @lVendemiale

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