La Polizia di Genova, con il coordinamento della Procura, ha concluso l’Operazione Labirinto con l’adozione di 23 misure di “arresto differito” o “ritardato” per altrettanti spacciatori che agivano nel centro storico. Lo strumento dell’arresto “ritardato” permette di contrastare in modo più efficace lo spaccio al dettaglio. Un investigatore che scopre l’attività di pusher, può non intervenire subito per poter sviluppare l’indagine e acquisire più elementi a carico del soggetto. Questo strumento ha permesso ai poliziotti di scoprire un sistema “a staffetta” costituito da uomini con specifici compiti: vedette, corrieri e depositari i cui volti sono stati schedati e associati a precise zone di attività. Da settembre, gli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato Centro, coordinati da un magistrato appositamente individuato della Procura della Repubblica, hanno studiato movimenti e contatti andando a irrobustire progressivamente il compendio indiziario sulla base del quale sono scattati gli arresti.

Articolo Precedente

Stadio della Roma, via libera dalla conferenza dei servizi ma con prescrizioni sulla viabilità e la messa in sicurezza

next
Articolo Successivo

Skinhead Como, il questore vieta il presidio di Forza Nuova. “No all’iniziativa in contemporanea con corteo del Pd”

next