Fumata grigia per decidere se la Commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario a udirà Federico Ghizzoni, l’ex ad di Unicredit che secondo quanto rivelato da Ferruccio De Bortoli, fu contattato da Maria Elena Boschi affinché Unicredit valutasse il dossier Banca Etruria, dove in quel momento Pier Luigi Boschi (padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio), ricopriva la carica di vicepresidente.

Ventiquattrore di tempo per trovare un punto di incontro  tra i vari partiti e decidere sull’audizione di Ghizzoni. Durante l’ufficio di presidenza della Commissione il M5S ha manifestato fuori dagli uffici di Palazzo San Macuto con alcuni parlamentari. Tra di loro anche Alessandro Di Battista: “L’unico modo che ha questa Commissione di salvare la faccia ed il presidente Casini di non dimostrarsi osceno fiancheggiatore del renzismo è convocare Ghizzoni”. Sette i gruppi che hanno chiesto l’audizione dell’ex ad di Unicredit. Per il Partito Democratico la priorità è “un approfondimento serio sulle banche venete – afferma il capogruppo in commissione e presidente del partito Matteo Orfini – noi abbiamo chiesto l’audizione oltre che degli ex vertici di quelle banche, abbiamo chiesto anche l’audizione di Zaia”. Ghizzoni? “Noi non poniamo veti, ma neppure ne vogliamo sui nomi che noi proponiamo –  prosegue Orfini – anche se per me l’audizione di Ghizzoni è irrilevante ai fini dei lavori di questa Commissione”. Parere opposto quello di Carlo Siblia, capogruppo pentastellato in Commissione Banche: “C’è una grande rilevanza non solo dal punto di vistar politico, ma anche tecnico: noi vogliamo capire se l’allora ministro Boschi ha fatto gli interessi della banca del padre e se non è importante questo, nulla è importante”.

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