Ha sparato e ucciso la sorella, il cognato e il padre dopo una violenta lite famigliare legata a questioni patrimoniali. Dopo ha chiamato i suoi colleghi della caserma di Manduria: “Venite, ho fatto una cazzata”. Poi ha tentato di suicidarsi sparandosi al mento. È successo a Sava, in provincia di Taranto. L’autore del gesto è un appuntato dei carabinieri, Raffaele Pesare, 53 anni, in servizio al Radiomobile di Manduria. Al momento, il militare è ricoverato all’ospedale Giannuzzi di Manduria in gravi condizioni, anche se non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno bloccato l’accesso alla strada. Il fatto è accaduto alle 11.30 in via Giulio Cesare, in una zona centrale della città a pochi passi dal municipio, in casa della sorella Nella dove abitava anche il padre Damiano. Pesare è sposato con due figli, mentre la sorella ha un figlio di 10 anni che al momento della strage non si trovava in casa.

Secondo le forze dell’ordine, la lite è legata alla gestione in comune di un terreno agricolo da parte di Pesare e del cognato, Salvatore Bisci. A lanciare l’allarme sono stati i vicini di casa, che hanno sentito gli spari. Sul luogo del delitto è arrivato anche il sindaco della città Daio Iaia: “Una sciagura inimmaginabile, è una famiglia per bene, non c’è mai stato alcun problema. Conosco bene i protagonisti, sono persone tranquille e rispettabili. Non avrei mai immaginato che potesse accadere una cosa del genere”.

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