“Forse non è un problema generalizzato. E’ possibile che non sia così esteso come si paventa, ma al momento non abbiamo idea della dimensione della questione”. Dopo che il caso della tassa sui rifiuti gonfiata a causa di calcoli sbagliati è diventato di dominio pubblico, il sottosegretario al Tesoro Pier Paolo Baretta ammette che il ministero dell’Economia non sa a quanto ammonti la cifra ingiustamente pagata dagli italiani. “Spetta ai Comuni, laddove vengono verificati gli errori, intervenire, noi offriamo uno schema interpretativo con i criteri da applicare”, si è limitato a dire Baretta, annunciando per la settimana prossima “una risoluzione che conferma quanto riferito nella risposta all’interrogazione parlamentare” del deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S).

Tecnicamente e amministrativamente i “Comuni sono perfettamente in grado di gestire la questione”. Quanto ai rischi per i bilanci in caso di valanghe di richieste di rimborso, Baretta osserva, “dipenderà dalla dimensione del problema, la cui entità è tutta da vedere, sarà responsabilità dei Comuni verificare, ma potrebbe non essere così esteso come sembra”.

Intanto si preannunciano valanghe di ricorsi da parte dei contribuenti vittime dei pagamenti eccessivi (fino al doppio del dovuto). Da lunedì il Codacons si farà promotore di una azione risarcitoria collettiva contro i Comuni che hanno riscosso somme illecite. Altre fonti di via XX Settembre notano che “sono già previste modalità per chiedere i rimborsi qualora un Comune non applichi la tassa in maniera corretta”. In caso di diniego, il contribuente può fare ricorso in commissione tributaria. Le delibere comunali poi possono essere contestate di fronte al Tar.

Ma come capire se si è pagato più del dovuto? “Per verificare se nel tuo Comune la Tari è stata calcolata in maniera errata”, spiega L’Abbate sul blog di Grillo, “ti basterà prendere una bolletta della tassa rifiuti e controllare se oltre all’utenza “domestica” principale sono presenti altre voci “domestica – accessorio” e se è presente il valore “tariffa variabile“. Qualunque cifra riportata è, dunque, illegittima. Per fare ricorso, sarà sufficiente protocollare o inviare per raccomandata a/r, al Comune che ti ha richiesto il pagamento in eccesso in questi anni, un modulo con la copia delle bollette pagate ingiustamente. Trascorsi 90 giorni, se non si è ottenuta risposta o se è stato esplicitato un diniego, puoi fare ricorso alla Commissione tributaria locale. Qui trovi il MODULO FAC-SIMILE da presentare al tuo Comune. Se non ci riesci, inviami la tua bolletta in privato e ti risponderò appena possibile!”.

La Lega dal canto suo ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio “volto proprio ad eliminare ogni possibile errore per un’applicazione corretta della tassa sui rifiuti”. La proposta impone, come del resto già previsto, che il calcolo della quota variabile sia applicato solo una volta per le abitazioni con pertinenze. “Non più volte come invece è accaduto in molti comuni superficiali”, sottolineano i senatori leghisti Paolo Arrigoni e Silvana Comaroli. “Ci auguriamo che il governo, almeno questa volta, non faccia orecchia da mercante e prenda in considerazione la nostra proposta. Non è accettabile che i cittadini siano sempre penalizzati da errori amministrativi e mala gestione”.

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