“Non si poteva lasciare senza risposta la necessità di tutelare i principi di rappresentanza e governabilità” (Annagrazia Calabria, Fi)
“Una legge che garantisce rappresentatività e governabilità è un traguardo significativo” (Laura Bianconi, Ap)

A leggere tutti i sondaggi, tutte le proiezioni, tutte le simulazioni, anche le più “generose”, ad oggi con il Rosatellum non c’è la possibilità di alcuna maggioranza, né di centrodestra né di centrosinistra né con le larghe intese. Il motivo è che le maggioranze stabili ed omogenee le decide la politica, il sistema elettorale non è la polverina magica che tutto risolve. Al contrario l’unico punto a favore sicuro di questo sistema è che – come ha chiesto Mattarella a dicembre 2016 – “armonizza” il caos durato finora, con l’Italicum voluto da Renzi – spogliato del ballottaggio – vigente per la Camera e con il Porcellum voluto da Berlusconi – spogliato di tutto e ribattezzato Consultellum – vigente per il Senato.

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Rosatellum: tra ribaltoni, ingovernabilità e casta. Ecco la legge elettorale patchwork: a ogni partito un pezzo

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Treno Pd, Renzi fa il capotreno (come Silvio Berlusconi nel 2009) e annuncia la data delle politiche: “Marzo 2018”

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Renzi come Berlusconi, fa il ferroviere sul Treno Pd e annuncia l’anticipo: “Siamo sempre Avanti!”

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