Il sistema pensionistico tiene. Ma bisogna risparmiare di più perché “non si possono certo mangiare le case”. E’ l’allarme che lancia Axel Börsch-Supan, docente di Economia dell’invecchiamento alla Technische Universität di Monaco con un passato da consulente della Commissione europea, della Banca Mondiale e dell’Ocse, oltre che di diversi governi. Lo studioso che ilfattoquotidiano.it ha incontrato a margine dell’ultimo Festival dell’Economia di Trento, descrive uno scenario in chiaroscuro per i futuri pensionati italiani che dovranno fare i conti con un assegno più leggero, uno Stato meno generoso sul fronte delle prestazioni sanitarie e buona parte dei risparmi bloccati nel mattone.

Con una popolazione fra le più vecchie del mondo, l’Italia si prepara infatti ad affrontare un progressivo aumento nel numero delle persone inattive che avranno però una pensione meno ricca rispetto al passato. Per questo l’esperto ritiene che oggi sia essenziale risparmiare di più con l’obiettivo di lungo periodo di mantenere un dignitoso livello di vita. Ma il denaro messo da parte dalle famiglie italiane non è già a livelli record con 4mila miliardi di risparmi nel Paese? “Purtroppo gran parte della somma è investita nel settore immobiliare le cui quotazioni sono destinate a scendere – prosegue – Di conseguenza se si hanno delle case nei centri urbani, allora il valore resta e si può sperare di integrare la pensione con un affitto. Ma se invece si tratta di immobili in aree periferiche, allora per il futuro c’è poco da stare allegri”.

Si prospettano insomma tempi duri per i pensionati italiani di domani. E non solo per loro. “Nei Paesi occidentali ci sono oggi in media 40 pensionati ogni 100 lavoratori. Nel 2050 ci saranno 80 pensionati ogni 100 lavoratori. Per alcuni Paesi come il Giappone, ma non solo, si tratta di una vera e propria bomba ad orologeria”, sintetizza lo studioso. Per fortuna “in Italia il sistema pensionistico è sostenibile – aggiunge – ma bisogna preservare le riforme fatte da Dini, Amato e Monti. E l’impressione è che la politica renziana voglia modificarle”. Inoltre, all’interno del sistema italiano, “è necessario fare qualcosa in più per le persone con i redditi più bassi e per coloro che percepiscono pensioni di invalidità a causa di incidenti sul lavoro”, conclude l’esperto tedesco. In che modo? La strada è tutta da costruire e toccherà allo Stato immaginare la migliore soluzione. Anche per incentivare il risparmio destinato all’integrazione delle pensioni.

Intanto l’industria finanziaria si è già mossa proponendo fondi e polizze. Per l’esperto si tratta però di strumenti che “opachi e di difficile comprensione con costi amministrativi sono troppo alti e difficilmente confrontabili”. Una vera giungla in cui si è addentrato il legislatore europeo con l’obiettivo di rendere più agevole e trasparente il mercato dei prodotti finanziari destinati ad integrare in futuro le pensioni. Onde evitare spiacevoli sorprese in vecchiaia a chi oggi paga fior di contributi.

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