Germana Chiodi, ex storica assistente personale di Bernardo Caprotti, lascia Esselunga, dopo circa cinquant’anni di servizio. Entrata nel Gruppo nel 1968, non ancora 20enne, la “signora Chiodi” ha ereditato lo scorso ottobre per volere di Caprotti 75 milioni di euro.

La segretaria del patron, scomparso lo scorso settembre, ha continuato a lavorare in azienda anche dopo la morte dei Caprotti, ricoprendo il ruolo di consulente per il Gruppo. Qualche giorno fa l’addio con una semplice lettera all’ufficio del personale a sancire una chiusura del rapporto. L’intenzione di Esselunga è quella di guardare al futuro, dopo il riassetto deciso a giugno dagli eredi che ha lasciato alla vedova Giuliana Albera e alla terza figlia Marina il controllo, contemplando anche l’ipotesi di una futura quotazione in Borsa.

Diventata dirigente, a capo della segreteria, era il consigliere più ascoltato (e fidato) del fondatore. Un plenipotenziario capace di incidere su ogni scelta, dalla selezione dei manager fino alle scelte strategiche. Trait d’union tra Caprotti e la famiglia nei momenti più burrascosi. L’Esselunga era la sua casa e vi hanno trovato lavoro anche quattro nipoti. Prima della morte da Caprotti, Chiodi, 69 anni, aveva ricevuto una donazione da 10 milioni. Col testamento l’imprenditore le aveva lasciato, oltre alla metà dei suoi risparmi (69 milioni di euro, una volta pagate le imposte di successione) anche due quadri di valore e soprattutto l’archivio aziendale.

“Germana custodisce il ricchissimo archivio che narra anche le molte dolorose vicende familiari oltre che aziendali – aveva scritto il patron – A lei voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto che mi ha prestato nel corso degli anni”. Non era stata una sorpresa: “il Dottore mi aveva anticipato che mi avrebbe ricordato nelle sue ultime volontà” aveva spiegato Germana Chiodi a Repubblica. Lo ricordava come “un genio” che “aveva sempre mille idee in anticipo su tutto”. “Mi piaceva stare con lui, ci stavo più tempo possibile, mi impegnavo e cercavo di dargli il più possibile. Gli ho voluto bene e lui ne ha voluto a me”.

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