“La sponsorizzazione con Intralot? Nella vita si può anche sbagliare. L’importante è saperlo riconoscere. E’ un contratto che ho deciso di non rinnovare e ci tengo a specificare che questi 1,5 milioni di euro di sponsorizzazione li devolveremo in beneficenza”. Ad annunciarlo è il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, intervenendo in commissione Antimafia. Il numero uno del calcio italiano ha deciso di fare marcia indietro sul contratto firmato con l’azienda di scommesse più importante al mondo, che aveva provocato diverse polemiche, tra le quali la presa di posizione dei senatori Stefano Vaccari e Franco Mirabelli, rispettivamente capogruppo del Pd in commissione Antimafia e primo firmatario del ddl di riordino dei giochi, oltre che responsabile del comitato della stessa commissione sul gioco legale e illegale. Tavecchio non ha parlato solo della cessazione della sponsorizzazione con il leader del betting recentemente entrato in Gamenet, società tra i principali concessionari di gioco in Italia e sfiorata in passato da inchieste su gioco illegale e antiriciclaggio. Il presidente della Figc è entrato nel merito anche degli stadi italiani, del fenomeno del bagarinaggio, nonché dei capitali stranieri nel calcio.

Si parte dagli impianti con un campionato italiano che “viene esercitato in strutture che sono inferiori alla media europea per agibilità e sistemi di sicurezza”. Tavecchio si è soffermato poi sulla questione del monitoraggio dei tifosi che “non può che essere individuale altrimenti il problema diventa drammatico”. “Recentemente – ha spiegato – sono stato in Turchia dove con il biglietto elettronico ognuno è individuato nel posto dove si siede. Io stento a credere che tutti rispettino il posto assegnato. Con un sistema elettronico ci si può arrivare”. Un’idea che può essere applicata anche per cercare di estirpare il fenomeno del bagarinaggio. “Serve l’identificazione fotografica che viene fatta al tornello – ha dichiarato- e concordo inoltre sul fatto che il bagarinaggio diventi reato penale. Sarebbe un deterrente notevole”.

Sul tema dell’arrivo di nuovi investimenti stranieri nel calcio, Tavecchio sottolinea che l’Italia “buona ultima” in questa classifica comandata dall’Inghilterra, dove proprietari e presidenti dei club provengono da tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Russia, passando anche per l’Asia. A chi fa un riferimento specifico all’acquisizione da parte di cordate cinesi di Inter e Milan, il presidente della Figc ha replicato: “Sono state fatte tutte le indagini che devono essere fatte ed i due investitori hanno ottemperato a tutti i punti ed hanno avuto questa patente di liceità. I fondi sono pervenuti attraverso delle banche cinesi. Per noi il controllo è finito qui. La Federazione non è la Guardia di Finanza“. Capitolo centri scommesse. “Il parlamento italiano ha deciso che le loro attività non sono più un reato, lo avete deciso voi non io perché quelle in nero erano un’enormità”, dice ai membri della Commissione. “Noi – ha aggiunto – abbiamo la verifica dell’Unità investigativa per le scommesse sportive, che segnala i flussi anomali anche durante le partite e le segnalazioni arrivano alla procura federale”. Un ultimo passaggio è sulla responsabilità oggettiva che non si può pensare di togliere perché gli stadi “non sono più ambienti in cui si deve giocare solo al calcio: ci va la farmacia, il supermercato, la lap dance, si fa attività sociale: la responsabilità oggettiva è ancora il cardine che ci dà garanzie. Se la togliamo abbiamo finito”.

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