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Politica - 1 Giugno 2017
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- 14:26 - Cancro seno, 1 donna su 3 interrompe la terapia ormonale rischiando una recidiva
Roma, 9 nov. (Adnkronos Salute) - Una donna su tre con tumore della mammella interrompe la terapia ormonale. Dal primo al quinto anno dall’inizio della cura, la percentuale di adesione diminuisce del 25,5%. Con gravi conseguenze, sia per la paziente perché la mancata aderenza determina un aumento del rischio di recidiva e di morte, che per il servizio sanitario per i maggiori costi per le cure e le ospedalizzazioni determinati dal ritorno di malattia. I dati emergono dalla revisione sistematica pubblicata sulla rivista 'The Breast', in cui sono stati analizzati 26 studi, in ognuno dei quali sono state prese in esame in media più di 5.000 pazienti con carcinoma mammario, valutando l’aderenza al trattamento ormonale adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, e la persistenza in terapia per i cinque anni di solito raccomandati. Risultati confermati anche dal sondaggio su 1000 donne con tumore del seno. Il 35% afferma infatti di non considerarsi aderente alla terapia ormonale (il 18% non lo è completamente, il 17% solo talvolta). Le cause? Paura degli effetti collaterali, dimenticanza, ignoranza dei reali benefici della terapia o aspetti psicologici. E quasi la metà (47%) non sa che la mancata aderenza può causare la recidiva della malattia.
Per migliorare il livello di consapevolezza delle pazienti sull’assunzione delle cure ormonali nelle dosi e nei tempi indicati dall’oncologo, Aiom e Fondazione Aiom promuovono la prima campagna nazionale di informazione sul tema, che include, oltre al sondaggio, un opuscolo distribuito nei principali centri di oncologia, webinar per i pazienti e attività social. Il progetto, realizzato con la sponsorizzazione non condizionante di Lilly, è presentato oggi al 26esimo Congresso nazionale Aiom, in corso a Roma.
Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 55.900 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente in tutta la popolazione. La terapia ormonale è indicata nelle forme ormonosensibili, che costituiscono circa il 70% del totale. "La terapia adiuvante, cioè successiva alla chirurgia – afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom - può essere considerata uno dei maggiori successi in oncologia negli ultimi trent’anni. Ciononostante, si stima che una paziente su tre non assuma la terapia ormonale adiuvante come prescritto dal medico. Questa condizione è associata a un aumento del rischio di recidiva e della mortalità e, più in generale, degli interventi di assistenza sanitaria, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema. Maggiore aderenza significa minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti, incremento della sopravvivenza e riduzione dei costi per le terapie. È importante che le pazienti siano consapevoli dei benefici della terapia adiuvante e siano informate su tutti gli aspetti della terapia: durata, scelta dello schema di trattamento ed entità degli effetti collaterali. Oggi esistono cure non solo molto più efficaci di un tempo, ma anche in grado di migliorare la qualità di vita".
In base al sondaggio promosso da Aiom e Fondazione Aiom, il 76% delle pazienti riferisce all’oncologo gli effetti collaterali. Nonostante l’88% ritenga di aver ricevuto dal clinico informazioni adeguate, quasi la metà (47%) non è consapevole che la mancata aderenza può causare la recidiva della malattia.
"La comunicazione tra oncologo e paziente è fondamentale come azione di rinforzo per migliorare i livelli di assunzione delle cure e far comprendere che la terapia endocrina rappresenta, di fatto, un vero e proprio 'salvavita' – spiega Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom -. I farmaci utilizzati possono causare effetti collaterali come vampate di calore, stanchezza, dolori articolari o nausea. È importante che l’oncologo fornisca alla paziente indicazioni, anche sugli stili di vita sani, per contrastare questi disturbi".
Tra i motivi che portano a sospendere la terapia endocrina, "vi sono non solo gli effetti collaterali e la scarsa consapevolezza dei benefici - sottolinea Di Maio - ma anche la dimenticanza. Le pazienti, cioè, non si ricordano di assumere il farmaco. In un’altra metanalisi, condotta dall’Università del Colorado e pubblicata sul Journal of Clinical Oncology, sono stati analizzati 33 studi che avevano coinvolto complessivamente più di 375.000 donne sul tema dell’aderenza alla terapia ormonale per il tumore al seno e su come migliorarla. Sono stati sperimentati diversi modi per memorizzare questo appuntamento fisso, attraverso lettere, sms, notifiche sullo smartphone, telefonate o portapillole 'intelligenti', che hanno avuto un effetto significativo nel migliorare l’assunzione della cura nelle dosi e nei tempi prescritti dal medico".
Se assunta correttamente, la terapia ormonale adiuvante può ridurre del 40% le recidive tumorali e di un terzo la mortalità per carcinoma mammario. "Consiste nella somministrazione di farmaci che bloccano l’attività degli estrogeni, ormoni normalmente prodotti dall’organismo, ma responsabili dell’insorgenza e sviluppo di almeno due terzi dei tumori mammari – afferma Alessandra Fabi, membro del Direttivo nazionale Aiom -. Si può attuare in sequenza dopo la chemioterapia oppure da sola. I farmaci ormonali sono somministrati per via orale in compresse e, in alcuni casi, per via intramuscolare. A seconda del meccanismo di azione, si distinguono in antiestrogeni, inibitori dell’aromatasi e analoghi dell’LH-RH. Gli inibitori dell’aromatasi sono assunti per via orale e sono indicati nelle donne in postmenopausa. Sono utilizzati in genere dopo l’intervento chirurgico, per impedire le recidive. Nelle donne con neoplasia mammaria in fase avanzata, è indicata la terapia con inibitori dell’aromatasi in associazione a molecole chiamate inibitori delle cicline. Questa associazione permette un potenziamento dell’efficacia della terapia ormonale e di posticipare la chemioterapia, con grandi vantaggi in termini di qualità di vita e di minori tossicità. Nelle pazienti con tumore del seno in stadio precoce ad alto rischio di recidiva, è indicata la terapia adiuvante con gli inibitori delle cicline in combinazione con la terapia ormonale".
"Sappiamo che, nel carcinoma mammario, il rischio di recidiva resta elevato anche a distanza di 20 anni dalla diagnosi – conclude Fabi -. Per questo viene proposta l’ormonoterapia. Ciononostante, dalla revisione sistematica pubblicata su 'Breast' è emerso che, dopo cinque anni, tanto l’aderenza quanto la persistenza alla terapia hanno raggiunto valori medi attorno al 66%, riducendosi progressivamente dal primo al quinto anno. Nello studio, le donne più attente sono state le 50-65enni. La minore aderenza delle più giovani è determinata dal timore degli effetti collaterali provocati dai farmaci, soprattutto a carico di fertilità e sessualità. La minore aderenza nelle più anziane, invece, è legata soprattutto alla contemporanea presenza di altre malattie, alla scarsa alfabetizzazione sanitaria, al decadimento delle funzioni cognitive e alla mancanza di supporto sociale".
- 14:16 - Tumori eredo-familiari, al via campagna Aiom contro disagio psicologico
Roma, 9 nov. (Adnkronos Salute) - Il 64% dei portatori dei geni Brca1 e Brca2 soffre di disagio psicologico. Il 16% lamenta depressione mentre il 47% sostiene di avere sintomi lievi o moderati di ansia. Sono tutti problemi riscontrati, senza grandi differenze, sia tra i pazienti oncologici che fra i portatori di varianti patogeniche. Da qui la doppia esigenza di garantire a tutti anche in Italia l’accesso a test genetici e un adeguato sostegno non solo medico ma anche psicologico. Per questo Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Aiom hanno lanciato nei mesi scorsi il progetto 'I Tumori Eredo-Familiari' realizzato in collaborazione con l’associazione no profit We Will Care. Si pone l’obiettivo di informare e sensibilizzare tutta la popolazione su queste forme di cancro e sulla necessità di ampliare i controlli medici per monitorarle. Sono già stati realizzati un opuscolo, webinar, talk show, survey e altre attività con le quali si vuole raggiungere i pazienti e i loro familiari. E’ una campagna realizzata con il contributo non condizionante di AstraZeneca ed è presentata in occasione della seconda giornata del 26esimo Congresso nazionale Aiom.
"Fino all’8% di tutti i casi di cancro presenta una variante patogenetica in grado di aumentare il rischio oncologico - sostiene Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom -. Secondo gli ultimi dati, complessivamente in Italia sono almeno 31.000 i pazienti che hanno un tumore eredo-familiare. Non esistono solo i geni Brca ma anche molti altri che incrementano le possibilità d’insorgenza di neoplasie più o meno frequenti. Spesso i pazienti non sono a conoscenza della propria condizione così come i parenti più stretti. Sono uomini e donne che devono essere considerati 'sorvegliati speciali' anche perché da alcuni anni sono disponibili test genetici per le diverse forme di tumori ereditari. Esami di fondamentale importanza, con i quali è possibile mettere a punto percorsi di prevenzione primaria molto efficaci e, nel caso, diagnosi molto precoci".
Al Congresso nazionale Aiom sono presentati i risultati di un doppio sondaggio condotto da Fondazione Aiom su oltre 500 pazienti e caregiver. Dalla survey emerge che solo il 33% dei malati ha ottenuto una diagnosi precoce di cancro. Otto su dieci hanno incontrato difficoltà ad eseguire il test genetico e di questi il 64% lamenta tempi d’attesa troppo lunghi. Analoga situazione per il 52% dei parenti che ha dovuto effettuare l’esame.
"La presenza di un gene non comporta inevitabilmente una neoplasia ma determina gravi difficoltà anche a livello psicologico - proseguono i professori Massimo Di Maio (presidente eletto Aiom) e Giuseppe Curigliano (Consigliere nazionale Aiom) -. E’ quindi necessario fare chiarezza e spiegare ai cittadini che non viene ereditato un cancro ma solo una maggiore possibilità di svilupparlo. Bisogna evitare i facili allarmismi e invece sfruttare strumenti efficaci e precisi come i test genetici. Sono esami che consentono anche una selezione più accurata delle terapie efficaci o meno in base alla presenza di specifiche varianti genetiche. E’ questo il caso delle mutazioni a carico dei geni Brca1/Brca2 nel tumore dell’ovaio e della mammella. Possiamo sfruttare la ‘medicina di precisione’ per potenziare le cure anti-cancro e al tempo stesso controllare l’evoluzione della malattia".
Secondo la survey solo il 20% dei pazienti è riuscito ad ottenere il sostegno da parte di un psiconcologo. Oltre il 90% di loro si dichiara soddisfatto del servizio ottenuto. "Un test genetico positivo può essere fonte di incertezza verso il proprio futuro - conclude Nicola Silvestris, Segretario nazionale Aiom -. Per questo è necessario un team medico multidisciplinare al servizio di una persona a rischio nella quale deve essere presente anche uno psiconcologo. Un portatore di un’alterazione genetica, che poi sviluppa un tumore, deve poter usufruire di un supporto durante e dopo la fase delle cure".
In Italia vivono "oltre 150mila persone con mutazioni del gene Brca e sono passati oltre 20 anni da quanto sono state scoperte e poi studiate. Non interessano solo le donne e quindi i tumori femminili, anche gli uomini possono ereditarle e trasmetterle a loro volta ai figli. Per esempio, sono presenti nell’oltre 10% dei casi più gravi e metastatici del carcinoma prostatico. La maggior parte di queste persone - conclude Silvestris - non sa di essere portatore dell’alterazione molecolare e del conseguente incremento di rischio oncologico. Con la campagna intendiamo promuovere tra tutta la popolazione una maggiore coscienza su un aspetto non secondario della prevenzione del cancro".
- 13:41 - Italia-Cina: Mattarella, 'Cattedra Agnelli esempio di fecondo dialogo culturale'
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "Desidero congratularmi con l’Università di Pechino per la scelta lungimirante di costituire un Centro sino-europeo di Ricerca per l’innovazione nel campo filantropico. La solidarietà è un valore universale che ci richiama al dovere di prenderci cura di chi è più fragile. Grazie al Forum filantropico Cina-Italia anche questo tema è entrato a far parte dell’ampio spettro delle relazioni tra i nostri Paesi. Sono lieto che da queste collaborazioni sia anche nata la 'Cattedra Agnelli di studi italiani', con esponenti autorevoli del sapere impegnati in un fecondo dialogo con la comunità accademica della vostra Università". Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la Lectio magistralis all'Università di Beida a Pechino, prima di partecipare al'inaugurazione della 'Cattedra Agnelli di studi italiani', presso il Forum filantropico Cina Italia.
- 13:28 - **Italia-Cina: Mattarella, 'mercati aperti antidoto alla guerra'**
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "Cina e Italia hanno avuto grande progresso e crescita utilizzando i rapporti economici e commerciali aperti. Sono Paesi entrambi convinti cultori dell'importanza di mercati aperti, di collaborazione economica-commerciale nel mondo. Questo è non soltanto possibile se c'è la pace, ma è anche uno strumento di pace, perchè collaborazioni economiche sempre più strette creano interessi comuni e sono un antidoto alla guerra". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande di professori e studenti al termine della Lectio magistralis tenuta a Pechino all'Università di Beida.
- 13:25 - **Mattarella: 'con guerra nessuno vince ma tutti perdono, sorprende chi non lo comprende'**
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "In caso di guerra nessuno in realtà vince ma tutti sarebbero sconfitti, perchè sarebbero perdenti, perchè hanno perduto molto che non recuperano più. Far comprendere questo è fondamentale e la cultura è il veicolo per farlo comprendere". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande di professori e studenti al termine della Lectio magistralis tenuta a Pechino all'Università di Beida.
"La guerra -ha sottolineato il Capo dello Stato- distrugge ogni cosa e quando si verifica impedisce che ci siano vincitori, non soltanto per l'aumento sconvolgente e terrificante di armi distruttive di sempre maggiore potenza e di sempre maggior numero nel mondo, ma anche perchè si sono moltiplicati gli strumenti che danno morte, perfino strumenti di vita quotidiana possono diventare strumenti di morte, di attacco e di distruzione. Sorprende che alcuni governanti del mondo sembra non rendersene conto".
- 13:20 - Napoli: Pd, 'emergenza nazionale, governo in Parlamento e responsabilità da parte di tutti'
Roma, 9 nov (Adnkronos) - "Un’altra vita spezzata a Napoli. Un ragazzo ucciso nel cuore della notte nel centro della città. Aveva solo 18 anni. Continua la mattanza di giovani vite. Si uccide e si muore quando si è ancora minorenni. Nelle scuole entrano armi, si comprano coltelli per pochi soldi. Si acquistano le pistole per poche centinaia di euro. Fermiamo il traffico illegale delle armi. Tutto avviene nonostante il grande lavoro di Prefettura e Forze dell’ordine". Lo dicono i parlamentari del Pd Sandro Ruotolo, Marco Sarracino, Valeria Valente, Arturo Scotto, Toni Ricciardi, Stefano Graziano, Susanna Camusso, Antonio Misiani.
"E’ emergenza e il Governo non può cavarsela con più carcere e basta, perché non è questa la risposta che consentirà di fermare una violenza spesso alimentata anche dalla criminalità organizzata e dalla diffusione di modelli sbagliati", proseguono.
"Disarmiamo Napoli e facciamolo con una grande mobilitazione civile e culturale che coinvolga tutti i protagonisti della vita sociale: dalle istituzioni ai cittadini, dalle associazioni alle Forze dell’Ordine. Abbiamo bisogno di un piano straordinario di intervento: più assistenti sociali, più psicologi, più maestri, scuole aperte, iniziative sportive e culturali, misure per la formazione. Siamo davanti ad un’emergenza nazionale e come tale va trattata, per questo riteniamo che il Governo debba venire in Parlamento perché si apra un confronto politico: serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i partiti di fronte ad un’emergenza che chiama in causa il senso stesso dello Stato", concludono gli esponenti dem.
- 13:09 - Italia-Cina: Mattarella, 'amicizia ha permesso opere Antonioni e Bertolucci'
Pechino, 9 nov. (Adnkronos) - "Secolo dopo secolo abbiamo aperto gli spazi per la costruzione di legami di fiducia e di collaborazione. La straordinaria possibilità per il maestro Michelangelo Antonioni di realizzare, nel 1972, un documentario tra Pechino, Suzhou, Nanchino e Shanghai, ne è un esempio. Quel lungometraggio fa parte della storia del cinema italiano e cinese. Non meno eccezionale fu l’apertura della Città Proibita al maestro Bernardo Bertolucci. Senza l’accesso a quei meravigliosi padiglioni non avrebbe avuto la possibilità di girare un film di così grande valore" come 'L'ultimo imperatore'. Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua Lectio magistralis all'Università di Beida a Pechino.