“Per la prima volta nella storia scendono in piazza, unite, tutte le professioni: architetti, avvocati, ingegneri, odontoiatri, medici, magistrati onorari”, spiega Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma. “Siamo qui per chiedere il giusto compenso, la reintroduzione delle tariffe professionali. Da quando la legge Bersani del 2006 ha abolito il minimo tariffario, abbiamo visto un calo dei redditi di oltre il 22%: il reddito medio annuo di un professionista è ai limiti della povertà”. 

“Il lavoro c’è. Anzi, è aumentato”, racconta Pasquale De Iulis, architetto. “Ma non si trova chi ci paga. Non si riesce a conciliare una parcella prima del lavoro e la concorrenza è spietata. Si lavora e poi forse, per pietà, qualcuno paga”. E gli avvocati? “Vivono un momento di grande difficoltà e invece continuano ad essere descritti come una casta di privilegiati e di evasori”, lamenta Roberta Altavilla, presidente ordine avvocati di Lecce. In piazza anche i giudici di pace contro la riforma della magistratura onoraria: “Se oggi una causa vi dura tre anni, con la riforma ne durerà sei”, tuona Giuseppe Olivo, vice procuratore onorario della procura di Roma.  

La tariffa “garantisce la qualità della prestazione ma tutela soprattutto il cittadino”, spiega ancora Cappiello. Anche dal punto di vista della salute: “I laureati in odontoiatria non riescono più ad aprire un loro studio. E vanno a lavorare per quattro, sei, dodici euro l’ora. Al di sotto della dignità”, racconta Sabrina Santaniello presidente Associazione Nazionale Dentisti Italiani di Roma. “Un costo basso della prestazione si ripercuote in maniera negativa sullo strumentario, sul materiale usato e sul lavoro del professionista, sottopagato”, le fa eco Salvatore Ranieri, 30 anni. “Siamo in piazza perché è necessario cambiare le cose”, spiega Roberto Pistilli, odontoiatra. “Oggi in ospedale mi ritrovo a passare il tempo a trattare i disastri odontoiatrici. Perché le multinazionali dell’odontoiatria trattano il paziente solo per finalità economiche”. 

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