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Contanti, sei notizie che provano quanto la Germania sia decisa a difenderli

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A furia di leggerlo o di sentirlo, molti si sono lasciati convincere che l’Italia sia la pecora nera in Europa per l’uso dei contanti, in compagnia al più con gli scalcagnati greci. Riporto, quindi, alcune notizie che in Italia non escono, vuoi per servilismo nei confronti delle banche, private e d’Italia, vuoi per difficoltà linguistiche.

1. I più strenui ed efficaci difensori dei contanti sono i tedeschi, che pagano in contanti circa l’80% degli acquisti. Grossomodo come gli italiani, senza che là nessuno abbia da ridire;

2. La loro banca centrale a ogni occasione difende i contanti. La Deutsche Bundesbank, dopo tre convegni a Francoforte sull’argomento (Bargeldsymposium, di cui ho parlato altrove), recentemente ne ha organizzato uno internazionale sullo stesso tema. Merita leggersi il discorso di apertura di Carl-Ludwig Thiele (il testo è disponibile sia in tedesco che in inglese e francese);

3. Tali posizioni sono sostenute anche da banche private, vedi lo studio di Heike Mai della Deutsche Bank del 23-11-2016 su “Contanti, libertà e crimine”, in inglese o tedesco. Esso contesta l’opportunità di eliminare i contanti, di cui riporta correttamente i vantaggi;

4. Vedi la banca Ing-Diba, che ha commissionato un sondaggio in 13 paesi europei da cui risulta che ben l’85% dei tedeschi concorda con l’affermazione “Non vorrò mai rinunciare del tutto al contante”. Analogo il dato per l’Italia (86%), con la differenza che là nessuno si sgola per colpevolizzare chi la pensa così;

5. Thiele, al Forum Bundesbank di Stoccarda del 7 marzo 2017, fa notare che il contante è in crescita a livello mondiale: rispetto all’inizio, le banconote in euro sono ora 5 volte tanto, rispetto a vent’anni fa, dollari e sterline sono 3,5 volte tanto e i franchi svizzeri sono più che raddoppiati;

6. Thiele smonta poi le frottole contro i contanti accreditate in Italia. Non risulta infatti che nei paesi con limiti ai pagamenti in contanti vi sia meno criminalità e tutti gli sbandierati alti costi della gestione del contante provengono da fonti inattendibili e/o di parte.

La Banca d’Italia invece approfitta addirittura della cosiddetta educazione finanziaria per promuove i mezzi di pagamento diversi dal contante: tanto le stanno a cuore gli interessi delle banche. Quando mai invece sottolinea la duplice funzione del contante? Esso è infatti sia mezzo di pagamento che riserva di valore (Wertaufbewahrung, come ripete la sua omologa tedesca). Cioè efficace strumento di difesa dai fallimenti delle banche e dai tassi negativi.

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