Ci saranno nuove provocazioni per “addossare al governo” la colpa dell’uso di armi chimiche e il sostegno garantito dai Paesi Ue all’attacco voluto dall’amministrazione Trump si spiega con la volontà delle cancellerie europee di riallacciare i rapporti con Washington. Vladimir Putin riassume, nell’incontro al Cremlino con Sergio Mattarella, la propria visione dei raid a base di gas sarin che hanno ucciso decine di civili a Khan Sheikoun, in Siria.

“Abbiamo già visto tutto”, perché l’attacco “ricorda gli eventi del 2003“, con la scoperta di “presunte armi chimiche” in Iraq e la successiva invasione che ha provocato “la distruzione del Paese e la conseguente nascita dello Stato Islamico“, ha detto il presidente della Federazione russa, alleato di Bashar al Assad, al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica italiana. Rispondendo indirettamente al segretario di Stato Usa Rex Tillerson che poche ore prima, del G7 dei ministri degli Esteri di Lucca, aveva chiesto a Mosca di scegliere se sulla questione siriana stare con gli Stati Uniti e con i Paesi che la pensano allo stesso modo o con Assad, l’Iran e Hezbollah.

“Abbiamo informazioni da diverse fonti che provocazioni del genere si stanno preparando anche nella periferia sud di Damasco, cioè l’uso di sostanze chimiche per poi addossare la colpa al governo“, ha affermato Putin. Per questo motivo la Russia “richiede un’indagine meticolosa” e vuole “rivolgersi alla Corte dell’Aja per chiedere un’indagine”, e poi “in base al risultato di queste inchieste prendere una decisione molto ponderata”, ha proseguito il leader del Cremlino nella conferenza stampa congiunta con il capo dello Stato italiano.

Che per Putin è stata anche l’occasione per dare la sua lettura dell’atteggiamento degli Stati Ue:  “Nella comunità occidentale tutti vogliono ripristinare i rapporti – ha detto il presidente russo – dopo che molti Paesi europei hanno assunto una posizione anti-Trump nel corso della campagna elettorale grazie alla precedente amministrazione Usa: la Siria e la Russia, viste come nemico comune, sono un’ottima cosa per consolidarsi”.

Intanto Tillerson è arrivato a Mosca per dare il via alla sua prima visita ufficiale in Russia, durante la quale incontrerà il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. La riunione fra i due avverrà domani, mentre non si conosce il programma delle prossime ore dell’americano. Un incontro fra Tillerson e Putin non è per ora in programma, ma non è stato escluso ufficialmente. Il ministero degli Esteri ha fatto sapere, inoltre, che i capi delle diplomazie di Russia, Iran e Siria si incontreranno venerdì a Mosca per una trilaterale sulla crisi siriana.

Nel colloquio con Mattarella, che ha rinnovato le condoglianze per la tragedia di San Pietroburgo, nuovo segnale della necessità di combattere insieme il terrorismo, Putin ha reso noto di aver parlato di “questioni urgenti globali e regionali“. “Le parti – ha detto – hanno notato che la minaccia cruciale alla sicurezza globale è posta dal terrorismo e che solo sforzi congiunti dell’intera comunità internazionali possono contrastarlo”.

“In questo contesto, abbiamo discusso dei modi per raggiungere la pace in Medio Oriente, abbiamo parlato della Siria e anche citato altre crisi, inclusa l’Ucraina“, ha aggiunto il presidente russo, citato dalla Tass. Nel colloquio, i due capi di Stato hanno parlato anche delle relazioni fra Mosca e Bruxelles: “Il ripristino delle relazioni commerciali della Russia con l’Unione europea sulla base dei principi di uguaglianza e rispetto reciproco sia negli interessi comuni”, ha notato il presidente russo.

Che ha specificato come l’Italia sia “da tempo” un partner “affidabile” e ha ricordato che negli ultimi anni “l’interscambio è semplicemente crollato, si è ridotto di 2,5 volte”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – ci sono delle tendenze positive, nel primo periodo di quest’anno l’interscambio è cresciuto di più del 30%“. “Abbiamo attraversato tempi difficili ma la sua visita porta la speranza che la situazione possa migliorare – ha aggiunto Putin – vorremmo lasciarci alle spalle tutte le difficoltà e i fraintendimenti così che si possa cooperare nuovamente in modo normale”. Ovvero dopo la rimozione delle sanzioni.

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