Ce l’ha chiesto l’Europa per proteggere la biodiversità: designare tutti i siti d’interesse comunitario, i cosiddetti SIC, come zone speciali di conservazione (ZSC). Una mossa da compiere, secondo la Direttiva Habitat, “il più rapidamente possibile”, e comunque entro un termine massimo di sei anni dall’adozione delle liste dei SIC, avvenuta nel 2009. Ma due anni dopo la scadenza di quel termine sono ancora sette le regioni italiane inadempienti, e l’Unione Europea ha aperto nel 2015 una procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione della Direttiva Habitat. Ma non è finita.
Mentre la biodiversità attendeva tutela, venivano autorizzate opere che contrasterebbero con la direttiva comunitaria. L’impianto eolico da 57 Megawatt proposto da due srl parte della multinazionale E.On e autorizzato dalla Regione Campania il 31 ottobre del 2014 interessa il sito di interesse comunitario nei pressi del Parco Regionale Matese (Caserta). La realizzazione è stata interrotta lo scorso 14 febbraio con il sequestro del cantiere da parte dei carabinieri forestali, dopo le pressioni del Fronte sannita per la difesa della montagna che denunciava la “violazione di prescrizioni dell’Autorizzazione unica ambientale”. Ma se il cantiere è fermo, il braccio di ferro sulla prosecuzione degli espropri continua. “E’ previsto il taglio di 310 alberi e specie protette non regolamentato dal Piano di Assestamento Forestale”, denuncia l’avvocato del Fronte Alessandra Sandrucci, che parla di “favori alle multinazionali” e se la prende direttamente con la Regione: “Se le zone speciali di conservazione fossero state individuate a tempo debito, l’autorizzazione per questo impianto non sarebbe mai stata rilasciata”. Ritardi che coinvolgono due amministrazioni regionali. Per Franco Alfieri, sindaco di Agropoli e consigliere del presidente della Campania Vincenzo De Luca per Agricoltura e Foreste, il problema riguarda “le procedure ereditate dalla precedente giunta”.
Insomma, mettere in discussione certe autorizzazioni potrebbe “esporre la Regione al risarcimento di danni”. “Fare chiacchiere è semplice, ma per porre in essere atti complessi e bloccare alcune cose – conclude Alfieri – c’è bisogno di tempo”. Troppo, evidentemente, anche per il Ministero dell’Ambiente, che ha sollecitato la Regione Campania. Ad oggi, la risposta è il Decreto Dirigenziale n. 51 del 26 ottobre scorso, che stabilisce le “misure di conservazione dei SIC per la designazione delle ZSC”. Un atto tecnico. Ma la politica ancora attende di la sua parte: manca l’adozione di formale delibera da parte della giunta di De Luca.
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