È indagato per omicidio volontario “a sua garanziaMario Cattaneo, il ristoratore che la notte scorsa ha ucciso un ladro a Casaletto Lodigiano. “Abbiamo ritenuto di sentirlo con le più ampie garanzie e quindi con un legale“, ha spiegato il Procuratore di Lodi, Domenico Chiaro. Cattaneo, 67 anni, titolare del bar-ristorante Osteria dei amis, ha sparato alla schiena con un fucile dopo il tentativo di furto e una colluttazione. Secondo quanto riporta il sito de Il Giorno, nel pomeriggio l’uomo è stato ascoltato per un’ora e mezza circa nella caserma dei carabinieri. “I ladri hanno tirato la canna del fucile che avevo in mano ed è partito un colpo”, è stata la sua linea difensiva davanti agli inquirenti. Il colpo è stato esploso a distanza ravvicinata e ha colpito il malvivente, un trentenne non ancora identificato, nella zona delle scapole. L’autopsia sul corpo del ladro verrà eseguita lunedì, in modo da dare il tempo alla difesa di Cattaneo di partecipare insieme ai propri consulenti.

La vicenda, avvenuta a Casaletto Lodigiano in provincia di Lodi, ha subito rinfocolato la polemica politica sulla sicurezza. Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini non ha mancato di dare il proprio sostegno al ristoratore, come il sindaco del paese. “Che il Parlamento approvi subito la proposta della Lega sulla legittima difesa, sempre e comunque – ha detto tra l’altro il leader del Carroccio – Un morto è sempre una brutta notizia, ma se invece di rubare fosse andato a lavorare, quel tizio oggi sarebbe vivo. Io sto con il ristoratore, io sto con chi si difende!“. Stesso concetto espresso dalla presidente dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “L’ho detto e lo ripeto: per Fratelli d’Italia la difesa è sempre legittima e se entri nella mia proprietà di notte per rubare, nella migliore delle ipotesi, io ho il diritto di difendermi”. La questione della legittima difesa (e del suo eccesso) è diventata più volte tema politico centrale negli ultimi anni, soprattutto dopo i casi più discussi: da quella del benzinaio veneto Graziano Stacchio a quella di Francesco Sicignano a Vaprio D’Adda (in provincia di Milano) fino al gioielliere Rodolfo Corazzo a Rodano, la cui posizione fu poi archiviata dalla Procura. E infatti da qui riparte l’assessore regionale della Lombardia Viviana Beccalossi si deve applicare “senza indugi il ‘modello-Corazzo’: la giustizia faccia rapidamente il suo corso e archivi il caso, con la motivazione della legittima difesa”. Per la Beccalossi non deve esserci “nessuna pietà per il bandito morto“.

A rispondere è il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Walter Verini: “Una tragedia, da trattare senza sciacallaggio, senza fomentare istinti peggiori, come fanno Salvini e i suoi amici. La legittima difesa è già garantita in questo Paese. Non a caso anche recentemente tribunali hanno assolto persone che hanno reagito e ucciso rapinatori che, di notte, minacciavano famiglie violando l’intimità delle case”. “Quello che si può fare – conclude l’esponente democratico. è rafforzare le tutele di chi reagisce, perché spaventato, atterrito, perché percepisce pericolo per sé e i familiari. Quello che non deve essere permesso è strumentalizzare le tragedie, invitare di fatto cittadini ad armarsi, con il rischio di spirali drammatiche che altri Paesi hanno già conosciuto e che stanno cercando di frenare”. I residenti della cittadina hanno fatto quadrato intorno alla famiglia colpita da “tragedia“, come ha subito dichiarato il parroco don Franco Bertolotti.

Il tentato furto – A cercare di introdursi nel ristorante di Casaletto Lodigiano erano stati in quattro. Il proprietario, Cattaneo, ha sentito i rumori in cortile, si è alzato dal letto, è sceso e ha scoperto i ladri. Qui secondo il suo racconto si è verificata una colluttazione tanto che il 67enne è rimasto lievemente ferito a un braccio e a una gamba. Al culmine del confronto fisico il ristoratore ha sparato colpendo uno dei quattro. Il colpo esploso sarebbe stato uno solo ma avrebbe raggiunto uno dei malviventi alla schiena. Il ladro non è morto sul posto: i complici hanno cercato di portarlo via, ma poi lo hanno lasciato in una stradina poco lontano dal locale, dov’è poi stato trovato senza vita. Hanno portato via anche i suoi documenti in modo da non farlo riconoscere. Poco lontano è stata ritrovata anche la refurtiva: un sacco pieno di sigarette.

Cattaneo all’AdnKronos ha raccontato di avere avuto “tantissima paura”. “Mi ha svegliato l’allarme. Sono andato a vedere e me li sono trovati di fronte. Non posso dire molto, ci sono ancora colloqui con i carabinieri, stanno facendo rilievi e cercando di capire bene la dinamica, fortunatamente siamo riusciti a difenderci”. Quello che più ha colpito Cattaneo “è la mancanza di paura da parte loro. Nonostante l’allarme abbia suonato, nonostante mi abbiano visto, queste persone non si sono fermate”. Come dire che “di fronte a certi banditi gli antifurto non servono a niente. Loro entrano lo stesso, certa gente non ha nulla da perdere e non si ferma davanti a nulla”.

Il vicino: “La moglie gli diceva: metti giù il fucile” – Ma potrebbero pesare le testimonianze che i carabinieri hanno raccolto. “Ero insonne a letto – racconta all’Ansa un vicino di 76 anni che abita a ridosso del retro del locale – e ho sentito anzitutto l’allarme del bar. Qualche secondo dopo c’è stato un forte rumore che poi ho capito essere quello della saracinesca che veniva alzata. Immediatamente sono andato ad aprire la finestra della mia sala e ho visto quattro persone che urlavano: Mario Cattaneo, l’uomo che ha sparato, la moglie, la nuora e il figlio. In quel momento in particolare la moglie gridava al marito spingendolo in casa: ‘Metti giù questo fucile‘. E il figlio gridava al padre: ‘Perché hai caricato il fucile?‘”. Il testimone ha raccontato di avere a sua volta gridato al ristoratore: “L’hai preso?” e il 67enne avrebbe risposto per due volte: “Sì, l’ho preso”.

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