Ha ucciso a colpi di pistola un rapinatore che si era intrufolato nella sua casa (leggi). Ma fu per legittima difesa. Almeno secondo i magistrati della procura di Milano che hanno chiesto di archiviare la posizione di Rodolfo Corazzo, il gioielliere che il 24 novembre scorso a Rodano, nel Milanese, sparò a Valentin Frrokaj, 37 anni, albanese ergastolano latitante. Corazzo è stato indagato come atto dovuto per eccesso colposo di legittima difesa. “È finito un incubo”, ha detto.

Intorno alle 21 della sera del 24 novembre, Rodolfo Corazzo fa rientro a casa dal lavoro. Ma appena parcheggia la moto nel garage della sua villetta in via Matteotti nella frazione di Lucino, viene assalito da tre banditi con il volto coperto da passamontagna. Viene picchiato e trascinato in casa dove ci sono la moglie e la figlia di 10 anni. I banditi, salgono nelle camere da letto e prendono i soldi. In un’altra stanza trovano dei gioielli che il commerciante aveva negato di possedere. A quel punto si accaniscono, minacciando di uccidere tutta la famiglia. Inoltre durante la rapina la figlioletta di 10 anni viene minacciata e portata all’ultimo piano da uno dei malviventi per cercare i gioielli.

Due ore di terrore, in balia dei tre, al termine delle quali l’orefice reagisce sparando un colpo in aria con la sua Glock per intimidire i banditi. I tre scappano ma nella fuga rispondono subito al fuoco con due pistole appena rubate. In tutto vengono esplosi 10 colpi, tre sparati dal gioielliere e sette dai banditi. Valentin Frrokaj rimane ucciso. Il suo è un lungo curriculum criminale: pluripregiudicato, ricercato per un omicidio commesso il 23 luglio 2007 a Brescia quando uccise a coltellate un connazionale e per il quale è stato condannato all’ergastolo. Frrokaj era stato arrestato il 14 agosto 2013 dai carabinieri di Cassano d’Adda dopo esser evaso il 2 febbraio 2013 dal carcere di Parma insieme ad un suo connazionale. Nella circostanza fu trovato con una pistola 7.65 Beretta con matricola abrasa e materiale idoneo ad immobilizzare eventuali vittime di rapina in villa. Nuovamente evaso il 7 maggio 2014 dalla casa circondariale ‘Pagliarelli’ di Palermo, è ricomparso nella villetta di Corazzo.
Le indagini condotte dai carabinieri, sono state coordinate dal pm Alberto Nobili e Grazia Colacicco, che hanno ritenuto “compatibile” le versione resa dall’uomo con i fatti accertati e hanno dunque ravvisato che sia stata “legittima difesa“. “È la fine di un incubo”. È il commento a caldo di Rodolfo Corazzo: “Ringrazio la magistratura per la sensibilità – ha detto l’orefice al telefono – e i carabinieri di Pioltello e Monza che dopo quella sera sono passati innumerevoli volte sotto casa mia”. “Mia figlia è ancora un po’ scossa e spaventata nelle ore serali”, ha aggiunto.”Finalmente – ha commentato Piero Prociani, legale dell’orefice – si restituisce dignità a una persona che ha tentato di difendere sé e la propria famiglia”. Prociani ha ricordato che gli altri due rapinatori sono ancora ricercati.

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