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M5s, l’eurodeputato di Ukip Finch: “Crisi risolta con i 5 stelle. Saranno loro i nostri eredi alla guida degli euroscettici”

Il colloquio - L'eurodeputato del partito di Farage riconosce “l’errore tecnico” dei vertici pentastellati che avrebbero sottovalutato Verhofstadt. Mentre "sull'accanimento contro Borrelli" (che ha perso la co-presidenza del gruppo) non è stata, spiega, una richiesta di Ukip, ma una vicenda “interna ai grillini"
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“Ai 5 stelle stava per essere venduta una farsa, la politica è fatta di persone e non ci può essere vendetta per un errore”. Raymond Finch, europarlamentare di Ukip, “riabbraccia” i colleghi Cinquestelle. Crisi conclusa e nessuna pesante richiesta da parte del partito di Nigel Farage per permettere di rientrare nel gruppo Efdd al Parlamento Europeo. Tuttavia Finch riconosce “l’errore tecnico” dei vertici pentastellati che avrebbero sottovalutato Verhofstadt. Quanto “all’accanimento contro Borrelli” (che ha perso la co-presidenza del gruppo) non è stata, spiega, una richiesta di Ukip, ma definendo una vicenda “interna ai 5 stelle”. L’Ukip, precisa, non vuole “punire nessuno, ma negoziare per fare in modo che entrambe i partiti rimangano soddisfatti degli accordi”. Di questi accordi per ora non si parla, e l’avvicendamento nelle commissioni viene definito come “processo già programmato in precedenza”.

Pace fatta quindi: nessuna richiesta ma proposte. A sentire Finch nei prossimi anni il gruppo Efdd si allargherà e i pentastellati potranno diventare la guida del gruppo euroscettico. “A livello europeo la politica sta cambiando, con una tendenza sempre maggiore verso l’euroscettiscismo, i 5 stelle sarebbero nella posizione perfetta per prendere le redini del gruppo Efdd e migliorarlo, perché ci sono sempre più partiti insoddisfatti di questa Europa e ce ne saranno ancora di più”.

Quindi quello che si prospetterebbe per il partito guidato da Beppe Grillo sarebbe l’eredità di Ukip, che nel 2019 abbandonerà il Parlamento Europeo, pur volendo “lasciare un’eredità per tutti quei partiti che vogliono l’Unione Europea, ma che desiderano cambiarla radicalmente, lasciando ai 5 stelle la guida di questo universo”. Il Movimento, insomma, potrebbe così diventare il coordinatore dei partiti che rifiutano il progetto federale europeo e l’Euro ma che vedono di buon occhio un’Unione Europea meno invasiva e profondamente riformata. Quindi nessuna separazione in casa. Anzi, la collaborazione non sarebbe solo in Europa ma anche in Italia, che i 5 Stelle “vogliono fuori dall’Euro, più indipendente e che non sia legata a questo gigantesco impero di potere e noi vogliamo incoraggiarli nel loro obiettivo”. Che questo significhi un referendum sull’Euro come annunciato da Grillo e che sia una richiesta di Farage? Proprio l’Euro infatti è il bersaglio di Finch, che lo reputa uno strumento di povertà, che “ha rovinato il sud Europa, creando disoccupazione giovanile di massa e che potrebbe essere il motivo del fallimento dell’Europa“.

Alla fine Finch non si lascia sfuggire la stilettata sia al M5s sia al leader Alde: i primi colpevoli di non aver capito che “il signor Verhofstadt pensava di fare il salvatore dell’Europa e dell’Euro facendo un accordo con il M5S, non capendo che le persone all’interno di Alde sono pro tutto, pro euro, pro Ttip, sono coloro che vogliono un’Europa federale”. Il secondo, invece, di aver tradito un accordo, “umiliando” i pentastellati.

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