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Figli che uccidono i genitori

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I giornali e le televisioni fanno a gara nel meravigliarsi e nello scandalizzarsi perché emerge che un figlio ha ucciso in modo premeditato i genitori.

Ebbene io mi meraviglio che gli eventi siano così rari! Dal mio osservatorio di psicologo ormai con trentennale esperienza emerge che le tensioni insanabili nelle famiglie sono molto diffuse e che il pensiero e il desiderio di uccidere, eliminare, distruggere è  più frequente di ciò che la morale benpensante potrebbe supporre. Fortunatamente tra il pensiero e l’azione, fra il dire e il fare esiste uno spazio molto ampio che scongiura il più delle volte gli epiloghi efferati.

La nostra società pare fatta apposta per scatenare tensioni. I figli rimangono in casa fino ad età avanzate in cui un tempo gli uomini e le donne avevano già una propria vita autonoma, una propria prole e svolgevano lavori. In questo permanere in un ruolo di figlio fino a trenta e più anni non c’è nulla di fisiologico. Si tratta di una costrizione innaturale e forzosa dettata da meccanismi economici e sociali che stanno divenendo sempre più patologici. Sul versante opposto gli adolescenti sono ormai il target privilegiato dei pubblicitari che hanno scoperto questo bacino di insoddisfazione come momento di eccellenza per piazzare l’ultimo telefonino, il videogioco o il capo di vestiario. La pubblicità dice al giovane: “Ti senti insoddisfatto, se avessi questo o quell’oggetto troveresti pace e serenità. Ti sentiresti appagato”. Il genitore che, preso dal lavoro e dalle necessità pratiche della vita, non capisce il figlio ma lo vorrebbe educare ad essere simile a quello che lui è o sarebbe voluto essere diviene il solo ostacolo verso “il paese dei balocchi”.

Nel libro Pinocchio il grillo parlante e la fatina dai capelli turchini fanno una brutta fine anche se poi ritornano. Così nella mente del giovane adolescente i genitori devono essere eliminati. La soluzione corretta sarebbe che il giovane si rendesse autonomo e mandasse a quel paese i genitori per poi ricostruire con loro un rapporto più paritario. Nella realtà troppo spesso questo distacco risulta difficoltoso creando sacche di odio viscerale.

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