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Conti pubblici, il partito della Merkel: “Più poteri di monitoraggio al fondo salva Stati”. L’Italia osservato speciale

Un paper della Cdu chiede che le competenze siano tolte alla Commissione, troppo morbida. Secondo l'Handelsblatt il governo tedesco è allarmato dalla situazione della Grecia ma anche dall'Italia: oltre al piano di intervento pubblico in Mps, preoccupa l'andamento dei saldi del sistema di pagamenti interbancari dell'Eurozona. Berlino accumula sempre più crediti, mentre Roma registra un boom del disavanzo
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Togliere alla Commissione europea, ritenuta troppo morbida, le competenze sul monitoraggio dei conti pubblici dei Paesi dell’Eurozona. E attribuirli, invece, al fondo salva Stati Esm, che dovrebbe avere anche il potere di valutare “le politiche economiche degli Stati membri prima di decidere se possono ottenere assistenza”. In più dovrebbe essere creata la figura di un vicepresidente della Commissione responsabile dell’Unione monetaria. E’ il contenuto di un progetto di riforma della governance dell’euro messo a punto dalla Commissione per le politiche europee della Cdu, il partito di Angela Merkel, e di cui dà notizia l’Handelsblatt. Secondo il quotidiano economico il paper auspica “più disciplina finanziaria e maggiori riforme strutturali nella maggior parte degli Stati dell’area euro”. Questo perché la Germania in questa fase, proprio come al picco della crisi greca nell’estate 2015, si sente “stretta tra la volontà di salvare l’Eurozona e la necessità di non pagare per gli altri“.

Stavolta però a preoccupare Berlino non è solo Atene, che è (di nuovo) “a corto di fondi” e a cui l’Eurogruppo a sorpresa ha revocato le concessioni sulla rimodulazione del debito proprio per l’opposizione, tra gli altri, di Wolfgang Schäuble. Ma anche “la situazione italiana”. Da un lato, come è noto, crea molte perplessità il piano di intervento pubblico a sostegno delle banche in difficoltà, a partire da Mps: il titolare delle Finanze tedesco ha chiesto uno stringente controllo da parte di Ue e Bce perché sia garantito il rispetto delle regole e ha ricordato che in base alle nuove norme europee gli aiuti di Stato possono essere concessi solo dopo aver chiamato in causa anche azionisti e creditori. Mentre Michael Fuchs, vice capogruppo dell’Unione (Cdu e Csu) al Bundestag è arrivato ad auspicare “che la Bce non accetti le misure di salvataggio”. Il paper della Cdu, su questo fronte, chiede che la garanzia europea unica sui depositi scatti “solo se i sistemi bancari saranno totalmente ristrutturati”.

Dall’altro, scrive l’Handelsblatt, la Germania è “allarmata dai saldi del sistema dei pagamenti interbancari dell’area euro Target 2, considerati sempre più come un barometro della salute finanziaria dell’unione valutaria”. Ebbene, come evidenziato due settimane fa anche da Clemens Fuest, presidente dell’istituto di ricerca economica tedesco Ifo ed ex consulente del ministero delle Finanze di Berlino, “gli impegni della Bundesbank nell’ambito del Target 2 sono aumentati nell’ultimo anno e ora sono maggiori rispetto ai livelli raggiunti al picco della crisi dei debiti sovrani dell’area euro nell’agosto 2012. Alla fine di novembre, la banca centrale tedesca aveva un surplus di 754 miliardi, rispetto ai 751 dell’agosto 2012, cosa che fa della Germania di gran lunga il maggiore creditore della zona euro. Al tempo stesso l’esposizione della Banca d’Italia nei confronti delle altre banche centrali è salita da 129 miliardi a 358,6″. I funzionari del governo tedesco “monitorano la situazione dell’Italia da vicino”, chiosa l’articolo. “La Bce ha minimizzato, dicendo che è una tecnicalità causata dal massiccio programma di acquisto di titoli di Stato, ma alcuni economisti temono che i dati indichino una fuga di capitali dalle banche italiane“.

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