Se il Movimento 5 stelle vuole davvero marcare la differenza rispetto agli altri partiti può seguire una sola strada. Accompagnare celermente alla porta i deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e ogni altro iscritto che davanti ai magistrati ha deciso di tacere. Avvalersi della facoltà di non rispondere è un sacrosanto diritto di ogni privato cittadino. Ma fare politica comporta oneri e onori. Tra gli oneri, a nostro avviso, c’è pure quello di collaborare sempre e comunque con la giustizia. Rifiutarsi di fornire un campione della propria scrittura, non rispondere alle domande dei pm fa parte di una comprensibile strategia difensiva che deve sempre avere spazio in tribunale. Chi però ha la pretesa di rappresentare i propri elettori, se sceglie questa via, ha l’obbligo etico e morale di lasciare la politica. Se resta finisce per infangarla.
Il fatto che quelli che oggi tacciono possano un giorno essere assolti o prosciolti avrà rilevanza quando e se si arriverà a una sentenza. Per ora invece conta un silenzio in tutta evidenza incompatibile con i principi che i 5 stelle dicono di praticare. Sarebbe bene che Nuti e gli altri se ne rendessero conto da soli. Ma francamente cominciamo a dubitarne. Finora hanno detto no anche alle richieste di autosospensione. Hanno deciso di non proferir verbo davanti ai magistrati e si sono rifiutati di scrivere sui documenti da comparare con le firme false di Palermo.
Alcuni simpatizzanti del Movimento ricordano i casi di politici di altri partiti rimasti al loro posto anche dopo sentenze di patteggiamento per reati simili a quelli contestati a Palermo. Lo fanno come se questo cambiasse qualcosa. Rispondere a un comportamento sbagliato sbagliando a propria volta vuole invece dire rinunciare alla speranza di poter un giorno cambiare questo paese. Vuol dire ridurre la competizione politica a una semplice lotta per il potere.
Qui non si tratta di assolvere o condannare gli indagati. A questo penseranno i giudici. Si tratta solo di prendere atto di una scelta processuale che fa a cazzotti col ruolo ricoperto e di trarne le doverose conseguenze.
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