Quasi un milione di persone in piazza a Seul, per quella che sta diventando la protesta più numerosa della storia democratica della Corea del Sud. Una maxi manifestazione per chiedere le dimissioni della presidente Park Geun-hye. I partecipanti, provenienti da tutto il Paese, si sono radunati nelle piazze di Gwanghwamun e Seul City Hall con candele accese, diventate il simbolo della protesta, e cartelli con lo slogan: “Dimettiti, dimettiti, devi dimetterti”. Secondo i promotori, più di 850mila persone sono arrivate nelle due aeree, mentre altre si trovano nelle vie di accesso vicine. La polizia ha dovuto schierare 25mila agenti per prevenire gli scontri. Neanche nel 2008, quando i coreani protestarono contro l’importazione di carne dagli Usa, per i timori legati al morbo della mucca pazza, scesero in piazza così tante persone.

I protestanti chiedono le dimissione di Park per lo scandalo che coinvolge la sua confidente Choi Soon-sil, ribattezzata la ‘sciamana’ o la ‘nuova Rasputin’, attualmente in arresto per abuso di potere e altri capi d’accusa per il ruolo influente svolto negli affari di Stato, anche a fini personali, pur non avendo alcun titolo e incarico di governo. I coreani protestano per il terzo fine settimana consecutivo, a seguito delle prime scuse della presidente, pronunciate il 25 ottobre, quando ha ammesso di aver chiesto consiglio all’amica. A differenza delle manifestazioni precedenti, in cui erano scesi in strada soprattutto attivisti e militanti, questa volta hanno partecipato famiglie e studenti provenienti da tutto il Paese. La popolarità della presidente infatti è scesa al 5%, secondo un sondaggio di Gallup Korea. Tutti i presidenti nella storia del Paese hanno portato a termine i loro mandati di cinque anni, ma la pressione su Park sta crescendo sempre di più. Già nei giorni scorsi ha licenziato alcuni dei suoi più stretti e influenti consiglieri, mentre anche altri ex collaboratori sono stati incriminati per abuso di potere.

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