Gli italiani che vivono in Svizzera possono meglio comprendere l’inganno della riforma e votare NO al referendum. Soprattutto per un motivo evidente: in Svizzera c’è una sorta di Senato, il cui nome è Consiglio degli Stati (46 membri), con compiti legislativi specifici e federali, i cui componenti (due per ogni Cantone) vengono eletti dal popolo.

Non vi è una proporzione col numero degli abitanti perché la rappresentanza è davvero territoriale, per cui anche terra, aria e cielo e fauna dei cantoni sono da difendere e devono avere i loro rappresentanti in numero sufficiente. Il concetto è “uno vale uno”, ed ogni cantone ha lo stesso numero, due, di rappresentanti. Lo scopo è quello di ottenere un bilanciamento dei poteri rispetto all’altro ramo dell’Assemblea federale, il Consiglio Nazionale, eletto col sistema proporzionale e la corrispondenza demografica. Zurigo avrebbe più numeri senza il Senato perché ha 34 deputati in proporzione al suo numero di abitanti. Quindi il Senato Svizzero, il Consiglio degli Stati, ha funzione di bilanciamento e garanzia. Così come il potere diretto del popolo attraverso i referendum che garantiscono la democrazia diretta nel Paese.

La riforma Renzi/Verdini, invece, taglia proprio i sistemi di bilanciamento: un Senato di fatto nominato dai partiti, l’aumento del numero di firme di cittadini per chiedere i referendum, ma e soprattutto, il potere di accentramento delle competenze dalle Regioni allo Stato, che per gli Svizzeri sarebbe inconcepibile. Ogni traccia di federalismo, con la riforma, viene annullata (viene cancellato il titolo V), perché ritenuto dannoso e foriero di conflitti di attribuzione e contenziosi. Ma sono i contenziosi e i conflitti che garantiscono un minimo di federalismo e un bilanciamento di poteri (remember referendum sulle trivelle?). Altrimenti la democrazia costituzionale viene superata da una sgorbia raffigurazione di centralismo decisionista.

Certo, perché le decisioni, se passasse il Sì, sarebbero prese da un Premier nominato dai nominati dell’Italicum che possono eleggere un Presidente della Repubblica votato da nominati ai quali si dà la possibilità di eleggerlo con i due terzi dei votanti…quindi se ci sono solo 15 parlamentari in votazione, 9 eleggono il Presidente. Coi due terzi dei VOTANTI, per esempio, in Svizzera non viene consentita neanche l’elezione dell’amministratore di un condominio. Quindi basterebbe un 20/25% di consensi per impadronirsi dell’Italia. Una soglia alla portata di qualsiasi grande Banca o Multinazionale. La Nestlè potrebbe decidere che l’Italia possa essere un buon investimento strategico, fondare il partito del “cacao meravigliao” e ricevere in premio l’Italia.

Fantapolitica? Ricordate le ipotesi della Mafia di formare un partito del Sud? Ora immaginate cosa potrebbero fare le Multinazionali detentrici del nostro debito sovrano (40% circa), se allentiamo i bilanciamenti dei poteri ed eliminiamo i meccanismi di garanzia e di controllo democratico. Esempio: si impossessano del 25% dei consensi per una sola legislatura con meccanismi di marketing, impongono come priorità il rientro del loro debito con prelievo forzato dai conti correnti e dal risparmio privato delle famiglie, e poi abbandonano la piazza, perché hanno raggiunto il loro obiettivo. Fantapolitica? Chiedetelo ai clienti di Banca Etruria.

Il NO al referendum diventa allora un “voto rifugio”, un voto salva garanzie.

PERCHÉ NO (Anche in Svizzera)
Tutte le bugie del Referenzum

UNO SPETTACOLO CONTRO IL SILENZIO DELLE TV

Con Marco Travaglio e Giorgia Salari

Giovedì 3 novembre – ore 20:30
GINEVRA –  Uptown Geneva
2, Rue de la Servette
Info e prenotazioni:  http://billetterie-culture.ville-ge.ch/  Email: info@arivederlestelle.org

Venerdì 4 novembre – ore 20:00
ZURIGO Casa Italia Zurigo – Erismannstrasse, 6
Info e prevendita biglietti: Tel. 043-322 17 17 – on line: www.lapagina.ch

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